traduzione di Isabella di Soragna
di Michael W. Taft*
Mille viae ducunt homines per saecula Romam (Tutte le vie conducono a Roma)
Quando iniziai a meditare, durante l’adolescenza, credevo nell’Illuminazione. Stavo per ottenere il grande AH!, che implicava certe esperienze travolgenti. -Vedrai la Luce, Dio aprirà il suo kimono, o qualunque altra cosa e poi brillerai nell’oscurità!- Ero entusiasta davvero e lavoravo duramente per vivere queste esperienze. Mesi passati in grotte in India. Pellegrinaggi verso ghiacciai, fiumi e cime di montagne. Celibato. Studio ai piedi di maestri adorni di ghirlande di fiori. Soprattutto, un’infinità di ore di meditazione.
Il fatto di scrivere questo tipo di articolo implica di solito che si vuol fare una modifica, per affermare invece quanto tutto questo fosse stato una perdita di tempo e che il Risveglio è sempre disponibile, ogni momento, senza tutte queste suppellettili. Eppure non è affatto come vorrei descrivere ciò che ho trovato. Al contrario, sì, il Risveglio certamente è disponibile ogni momento, specialmente se hai fatto tanta, tanta meditazione. Anche i riti, le austerità, le altre forme esteriori, mi furono di grande aiuto per andare nel profondo. Perché?
Ecco il modo in cui lo vedo ora: ’’Tutte le vie conducono a Roma”. Tutte le esperienze sensoriali portano al Risveglio. Se prendi contatto con l’esperienza di osservare una roccia con sufficiente attenzione, chiarezza e apertura, essa ti rivelerà la natura di tutte le esperienze. Se aderisci all’esperienza sensoriale di un rituale con sufficiente attenzione, chiarezza e apertura, ti rivelerà la natura di tutte le esperienze. Se aderisci all’esperienza di ispezionare il tuo cellulare, con sufficiente attenzione, chiarezza e apertura, ti rivelerà la natura di tutte le esperienze. Sta nella natura delle esperienze sensoriali il fatto che se le osservi a sufficienza, molto da vicino, esse diventano onde e si dissolvono nella pura coscienza. Dopo tutto, avvengono nel tuo cervello.
È un po’ come essere Dorothy nel Mago di Oz. Fa solo attenzione “all’omino dietro la tenda” e la magia si dissolverà, mostrandoti la verità soggiacente. Non vi è nulla al mondo che non ti riveli la natura della consapevolezza. Non fa certo male che alcune esperienze sembrino più belle, altre più importanti, alcune molto speciali, poiché ogni simile condizione potrà farti prestare ancora più attenzione. Meraviglia, gioia, dolore estremo, confusione totale – tutte pungeranno il tuo interesse e sono pronte a rivelarsi allo sguardo della tua attenzione.
Ci si potrà sentire come uno scienziato o piuttosto come quello che si soleva chiamare un naturalista: ad esempio, far campeggio per mesi nella macchia incolta, per osservare la vita quotidiana di alcune interessanti creature. Mettiamo che un naturalista osservi un determinato uccello, attento a ogni abitudine e comportamento. Che cosa mangia? Come trova un compagno/a e come costruisce un nido? Dove emigra? Il naturalista prende nota, disegna ogni cosa che riguarda l’uccello, le sue attività, il suo habitat, la frutta o i semi che mangia, eccetera. Mostrare un tale livello d‘interesse, tanta pazienza e sopportazione, forse per anni, permette al naturalista di comprendere profondamente quel volatile. Oppure qualunque altro aspetto della natura o specie che lo interessi.
Allo stesso modo, il meditante pone tutta la sua attenzione alle esperienze sensoriali. Dapprima sembrano normali, quotidiane, anche noiose. Perché mostrare tanta attenzione per qualcosa di così frivolo? Ma se vai un po’ oltre questo punto – aspettando un po’ più a lungo, prima di sorbirti il nuovo episodio dello sceneggiato alla TV – qualcosa di molto interessante inizia ad accadere. Cominci a scorgere i dettagli, le sfumature, le peculiarità. Andando ancor più in profondità, vedrai qualcosa d’inatteso – le cose si spostano, si muovono, cambiano. Quello che pareva solido, non lo è. Quello che pareva immobile, non lo è. Quello che pareva permanente, non lo è. L’esperienza sensoriale sta rivelando un aspetto più profondo della sua natura: è transitorio. Un oggetto rigido è diventato un’onda di attività sensoriale, che si apre e si propaga in increspature.
Sei affascinato, la tua attenzione fissata su questa intuizione che si manifesta. Sei palesemente incollato a essa, ma attento al modo in cui ondeggia e irradia nella tua presenza cosciente. E poi qualcosa di strano inizia ad accadere. Si nota che le increspature cadono in un dirupo. L’attività svanisce. Le onde hanno raggiunto un punto zero in cui spariscono. Mentre continui a osservare, la sparizione diventa più interessante dell’attività delle onde e questa sparizione sembra espandersi sempre più. Sembra di sentirsi attratti da un grande magnete o buco nero che ti risucchia. L’esperienza sensoriale di essere una persona, un IO, fatto soprattutto di pensieri verbali, visivi e di sensazioni corporee, fisiche, iniziano a mostrare anch’essi la loro natura ondulatoria.
La natura stessa del sentirsi un “sé”, che era dapprima statico, rigido e durevole, ora ondeggia, si allarga, collassa, respira e fluisce. Anche le esperienze di vertigine, terrore o disorientamento, sono anch’esse solo attività vibratorie nella presenza cosciente, che sorgono per poi frantumarsi, come onde sulla spiaggia di un eventuale orizzonte.
La dissoluzione ti ha ridotto in onde e le onde stesse – brillanti, frantumate – si disperdono completamente.
Dopo il nulla, le cose si dischiudono nella presenza cosciente. Solo alcune sensazioni corporee sparse e suoni esterni. Eventualmente le onde delle esperienze sensoriali sorgono e decadono più rapidamente e qualcuna si congela in una sorta di pensiero. La pace è costante. Non vorresti muoverti mai più, ma lo farai, e dopo un po’ andrai a mangiare il tuo pranzo o a ridere con gli amici. Non ti preoccupi che quest’esperienza possa sparire. E nemmeno che non torni.
Sei diverso ora. Anche se stai bevendo il tuo solito cappuccino, se sei affascinato o divertito, o arrabbiato davanti al mondo, non lo credi più come facevi prima. Anche la “persona” che ha ora queste esperienze, fa parte del contenuto della coscienza. Ancora uno spettacolo affascinante come uno show olografico.
L’esperienza stessa ti ha dimostrato che qualunque sorgente di attività sensoriale nel vasto spazio della presenza cosciente, contiene un’apertura. Una chiave che riveli il proprio segreto. Vuole solo essere conosciuta con sufficiente profondità. Se le presterai attenzione con apertura, pazienza e accoglienza amorevole, si rivelerà per mostrarti l’infinito nel suo cuore.
Non vi è un grande AH!, non è come pensavo all’epoca. Si è trattato di osservare come tutti quei pensieri portano all’infinito.
E mi piace dire che il mondo è come un vecchio pull-over. Se cominci a tirare uno dei fili, te ne mostrerà ancor di più. Se segui il filo con attenzione, tirandolo di continuo, con cautela, eventualmente rivelerà che tutto il maglione è solo fatto di…niente. Ti darà l’esperienza dello ZERO. Ecco la vera natura di qualunque esperienza. Aspetta solo un po’ della tua paziente attenzione.
* Michael Taft, editore, autore, insegnante, collabora a varie discipline umanistiche, insegna meditazione, pratica terapie di vario tipo e ha approfondito le scoperte della neuroscienza. Dai templi zen alle grotte dell’Himalaya, per trent’anni ha approfondito sia metodi buddisti che induisti. Vive a Berkeley California.