Quanto ora esposto, tratto da varie traduzioni e scritti di fisici moderni e mistici (di cui il principale è Michael Talbot), non si tratta solo di conoscerlo, ma di verificarlo e poi viverlo.
Come anche Novalis e altri filosofi, Jorge Luis Borges (Altre Inquisizioni 1952) scriveva:
-Abbiamo sognato il mondo come qualcosa di durevole, misterioso, visibile e onnipresente nello spazio e stabile nel tempo, ma abbiamo consentito a intervalli d’illogismo così tenui ed eterni nella sua architettura, da sapere che è falso. –
Se consideriamo le storie di apparizioni collettive di Madonne, di OVNI o altro, si arriva ad una conclusione simile: abbiamo sognato il nostro mondo. I concetti di spazio e di tempo e la struttura profonda dell’universo sono intimamente legati al fenomeno di coscienza, di cui non dubitavamo prima: significa che non vi è nessuna divisione stretta tra realtà soggettiva e oggettiva. Coscienza e universo son intimamente legati.
Questo non era nuovo per la spiritualità indiana di più di mille anni fa. Secondo i Veda la realtà osservabile è maya (illusione, sogno):
– L’errore che facciamo è che ci crediamo separati dall’ambiente, quando invece osservatore e realtà oggettiva sono un tutto unico. Quando sogniamo è lo stesso, si verificano varie situazioni, persone, luoghi, ma quando ci si sveglia, si realizza che ogni persona o elemento del sogno erano illusioni, maya – costrutti della coscienza.-
Un illustre scienziato Whitehead, affermava che “la natura sperimentata dalla coscienza contiene in essa il verde delle piante, la musica degli uccelli, il calore del sole e la solidità di una sedia.’’ La natura sperimentata dalla coscienza è un sistema di molecole, atomi ed elettroni che creano queste apparenze. Ora i fisici quantistici (Heisenberg e altri) avevano intravisto questa maya, il segreto della natura di cui parlava Borges e anche le tradizioni indiane e degli aborigeni australiani. Il punto-chiave della nuova fisica riconosceva che la coscienza ha un ruolo nel cosiddetto universo fisico, mentre la fisica classica affermava che vi era un mondo palpabile e fisico “là fuori”, separato dalla coscienza, qualunque fosse stato l’osservatore. La fisica quantistica scoprì che invece l’esperienza dipendeva da chi lo sperimentava, ossia la coscienza dell’osservatore.
John Wheeler, fisico di Princeton diceva che dobbiamo sostituire la parola “osservatore” con quello di “partecipante” (di tutte le possibili realtà).
La convergenza tra fisica e mistica, implica che tutte le nostre idee “assolute” sull’universo fisico, sono …false.
Nelle storie di potere di Carlos Castaneda, don Juan, lo sciamano suo maestro, dice:
-Il mondo non ci appare direttamente, tra lui e noi vi è la descrizione del mondo. –
Ci creiamo, fabbrichiamo un mondo e ci chiudiamo dentro. Altrettanto dicasi nei testi zen:
-Cosa significa percepire il vero Buddhakaya?-
Hui Hai risponde: – Significa non percepire qualcosa come esistente opposto a non-esistente. Sono solo concetti interdipendenti e appartengono al regno della nascita e della morte. Solo evitando, oltrepassando una simile percezione dualista, possiamo intravedere il vero Buddhakaya. –
‘’Stessi e diversi” sono per un fisico intercambiabili e si escludono. Wittgenstein, filosofo, affermava che non analizziamo un fenomeno ma…un concetto! Ecco il ruolo determinante della coscienza nel funzionamento del mondo fisico (natura, spazio-tempo) che avvalora le parole di Borges già citate:
-Abbiamo sognato il mondo… –
La fisica moderna afferma che non esiste un mondo in sé, ma è la coscienza (l’osservatore) a crearlo totalmente. Le trasformazioni dovute a queste scoperte saranno enormi. Data l’infinita piccolezza del sistema atomico (fotoni ecc.) nessuna osservazione può essere effettuata su un sistema, senza leggermente intaccarlo. La causalità infine si rivela apparente e inaffidabile, come si esperimenta nella complementarità delle particelle quantiche: esse hanno sia le proprietà di una particella che quella di un’onda. È noto il paradosso del gatto di Schrödinger (eminente fisico) che lo descrive per mostrare le possibilità incognite di un evento. Se vi fosse un gatto rinchiuso in una grande scatola con un dispositivo che potrebbe emettere dopo un certo tempo un veleno mortale, quando si aprirà la scatola vedremo un gatto vivo…o morto? Ecco il messaggio molto semplificato della nuova fisica. Siamo partecipanti di un universo e partendo dalla materia abbiamo scoperto l’illusione e…un po’ di noi stessi.
Come diceva con termini simili, s. Francesco: -Ciò che cerchi è ciò che sta cercando. –
L’ologramma è una specie di foto in rilievo creata da fasci laser luminosi che creano l’effetto di una terza dimensione. Tagliando in due l’ologramma si avranno due immagini identiche: tutte le parti sono contenute in tutto. Nella ricerca di verifica della ‘’nostra’’ coscienza (?) – è come uno specchio che riflette sé stesso – si arriva alla conclusione che:
– l’osservatore influenza l’osservato, il pensatore ciò che pensa
– che l’uso del pronome IO dovrebbe sparire dal nostro linguaggio, poiché nessuna misura fisica potrà rendere conto della coscienza
-quali processi nel cervello si possono associare alla coscienza? -.
Si parla di una “polarizzazione elettrica”, differenza di potenziale da entrambi i lati di una membrana separante: sotto l’influsso di un impulso nervoso avviene una de-polarizzazione ossia l’attività elettrica si trasmette poi di cellula in cellula e genera un’eccitazione che si propaga ed avviene la trasmissione (o conduzione di un influsso nervoso). L’enigma della coscienza è l‘interconnessione di tutte le parti del cervello (reazioni chimiche, elettrochimiche). Nisargadatta, che non conosceva certo né fisica né chimica, parlava sempre di “fluidi che s’incontrano nel cervello ed ecco apparire il fenomeno coscienza”. Inoltre tutti i frammenti di un “campo” contengono il disegno di TUTTO l’organismo. Proprio recentemente, analizzando una goccia di sangue di una gestante si è potuto osservare, con strumenti fotografici complessi, tutto…il feto!
Nella coscienza ogni forma è tutte le forme, che siano anche dei ricordi d’infanzia, si riflettono appunto come su una placca olografica: si producono immagini tridimensionali che facilmente si ricostituiscono in altre immagini.
Quando lo spirito umano è separato dall’apparente mondo fisico, in totale isolamento, crea” da sé”…alberi, case, gente ecc. Sono il risultato di modelli di energia neuronale che s’infiammano nel cervello. Il nostro mondo interno è più reale: quando la coscienza, tagliata fuori da ogni stimolo esterno, la mente umana si mette a creare il proprio mondo. Si sono fatti seri esperimenti su questo: man mano che lo sperimentatore si abituava a un totale silenzio e ad una mancanza di immagini (dopo fasi di intensa paura!), esplorando lo spazio di proiezione, dapprima sorgeva un’immagine solitaria, ma con l’abitudine le proiezioni diventavano più complesse. Si formavano altri universi multidimensionali.
Il cervello riesce a memorizzare le informazioni: ecco come queste – 10 miliardi di dati – possono concentrarsi in un mini-ologramma di 1 centimetro cubo. (Ecco dimostrate le chiavette USB).
Ora si riescono ad esplorare le ghiandole endocrine e la luce del cervello:
-le Upanishad esprimevano bene che nel nostro cervello esistono molti universi che si sovrappongono gli uni agli altri. Alcuni neurofisiologi hanno verificato che vi è “un luogo neuronale” dietro i nervi ottici, che agisce come una placca olografica.
(Le ghiandole pituitaria e pineale costituiscono quella fabbrica che regola gli ormoni per garantire l’equilibrio e il benessere. L’essere umano regge i propri ritmi biologici in sintonia con la natura. La luce del sole configura quel canale che stimola i piccoli nuclei del cervello.)
Le ghiandole pituitaria, talamo, ipotalamo e pineale sono associate al fenomeno della coscienza. La pineale è fatta di un tessuto sensibile alla luce che permette la percezione e il collegamento delle memorie (ecco perché anticamente si parlava del ‘terzo occhio’). questa placca olografica non è un organo specifico, ma una funzione di una zona cerebrale, di cui la pineale o epifisi occupa il punto mediano. Da qui appare la luce, che è percepita come un piano di coscienza sul quale immagini/oggetti si trasformano, e rappresenta la realtà… esterna. La coscienza proviene da un’interazione di campi e non da un gruppo di organi.
L’approccio olografico della coscienza (e dell’universo) ricollega fisica e mistica. Celebre la frase di un Sutra indiano:
-
Nel paradiso di Indra vi è una collana di perle disposte in modo che se ne osservate una, vedete tutte le altre che vi si riflettono. –
e
-
In ogni grano di polvere vi sono infiniti Buddha.
Ogni pensiero è contenuto in ogni altro pensiero.
Si potrebbe anche dire che è come sono le ‘’bambole russe’’, ognuna contiene tutte le altre.
In uno spazio brevissimo una parola fa sorgere altre associazioni: la parola “oceano” tocca all’istante altre memorie e fa sorgere ciò che cerchiamo. Solo una visione olografica può permettere questo. Materia e coscienza sono un “continuum’’: i fisici hanno dunque scoperto che l’universo è creato dalla partecipazione dei…partecipanti! Mente e universo sono intimamente connessi, come un sasso gettato a caso in uno stagno, esso avrà effetto su tutto lo stagno.
La coscienza determina, crea, influisce sulla realtà che scopre. Lo hanno dimostrato, tra l’altro i devoti di un prete Tamil che poteva camminare su carboni ardenti: essi lo seguivano senza mai scottarsi! Anche le azioni suggerite dall’ipnosi lo dimostrano.
Ora, dopo la scoperta e lo studio dell’atomo, si è potuto comprendere che esso è fatto praticamente di vuoto e di minuscoli elettroni che ruotano attorno al nucleo. La materia dunque, i corpi che ci appaiono così solidi, sono in effetti spazio vuoto di cui solo un’infinitesima parte è costituita da particelle. Lo spazio vuoto e i corpi solidi perdono il loro significato abituale dopo le scoperte di Einstein e quelle della fisica quantistica.
Nessuna origine, solo apparenza di spazio-tempo, vuoto quantico, ecco la realtà materiale che si…dilegua! Lo spazio appare se vi sono oggetti e una distanza tra loro misurabile ed il tempo appare perché gli oggetti possano durare ed esser percepibili: sono inseparabili, ma sono anche apparenti, poiché senza ‘’cose materiali’’- alberi, case, persone, pianeti… non si manifestano.
Ecco come la realtà concreta si dilegua, una realtà che abbiamo “imparato” fin dall’infanzia: noi impariamo come e cosa vedere e inoltre – per vari motivi – riusciamo anche ad inventarla e a farla partecipare. Ci sono dimostrazioni di questo nelle visioni delle apparizioni ad esempio della Madonna di Fatima dove 70mila persone non solo l’hanno ’’vista nel cielo’’ ma anche il sole che danzava! Non tutti avrebbero potuto vederlo, non perché ‘’non esistevano’’, ma perché non esistevano nel loro tonal(ego o sistema neuronale limitato)-come diceva don Juan di Castaneda. Nel Nagual (l’Assoluto del Vedanta) tutte le realtà coesistono in un numero infinito di universi.
Un altro esempio è quello di un gruppo di etnografi che visitavano una tribù selvaggia in Africa di tanti anni fa: mostrarono loro un film per insegnar loro metodi per la salute e in cui apparivano città, montagne, boschi e villaggi in cemento. Poi chiesero a quegli uomini che cosa avevano visto. La risposta fu unanime: avevano solo visto…un pollo!
Questo concorda con la visione mistica: la natura ultima della realtà è al di là di ogni descrizione verbale. Le parole sono impalcature (come’’ il dito che indica la luna’’) per poter poi fare il salto nel NON conoscibile.
Inoltre lo spazio-tempo, sempre congiunti, sono legati alla materia che senza di essi sarebbe indecifrabile e inoltre sono in definitiva ‘’concetti’’, quindi non hanno realtà intrinseca.
Tutto è inter-connesso: coscienza-mente-mondo-fisico. Il sistema neuronale è in relazione attraverso il cosiddetto ’’ribollimento quantistico’’ con tutti gli altri punti dell’universo e questo ci farà vedere che l’universo non ha nessuna vera dimensione! Questo fa sì che essendo lo spazio-tempo-materia un continuum apparente, si arriva anche alla conclusione che non esiste “realmente”.
-Non c’è né prima né dopo – come concludeva il noto fisico John Wheeler. Ecco ancora una visione vicina a quella mistica. Infatti è stato possibile osservare che eventi “apparentemente futuri” hanno determinato situazioni …passate! Tutto si ricongiunge nel ‘’nunc et semper’’- ora e sempre. Da piccoli abbiamo dovuto ignorare aspetti della realtà-considerata allucinatoria: noi osserviamo quindi solo un mondo imparato e socialmente accettabile.
Se il nostro cervello, il nostro modo di percepire, i cinque sensi ecc. fosse diverso da quello di altri, vedremmo un mondo diverso. La mente vede quello che ha imparato a credere. Là fuori vi sono solo onde elettromagnetiche, non ci sono né luce né colori, né suoni né musiche, ma variazioni di pressione d’aria…né caldo né freddo, ma molecole in moto con relative energie cinetiche, ecc. ecc. Anche i fisici si sono resi conto sperimentalmente della loro” maya ” !
Alla ricerca degli elettroni, fisici e altri scienziati scoprono che la coscienza trova quello che…vuole! (o che crediamo che esista)
Nei libri di Carlos Castaneda, don Juan, lo sciamano – guru mostra in modo pratico, come tutto questo avvenga costantemente: al crepuscolo Carlos intravede un animale selvatico e pericoloso, per scoprire poi che era un grande ramo caduto che si muoveva allo spirare della brezza serale. Ecco che don Juan gli spiega: -Il mondo non ci appare direttamente, tra lui e noi vi è la “descrizione del mondo”!.-
Ritrovo la frase suggerita da Borges nel suo racconto (Altre Inquisizioni):
– “…abbiamo sognato il mondo…”-
Una persona nata cieca che non ha mai sentito nemmeno parlare di un elefante, che cosa potrà immaginare se lo toccasse per la prima volta?
Comunque tutto avviene nel presente, non si può sperimentare né passato né futuro. Tutto è QUI-ORA: mistici e fisici concordano.
Poiché spazio e tempo sono un’unità e non si possono dissociare, anche la materia è solo pura energia.
Ecco un esempio (ma ognuno potrà trovare i propri): gli Aztechi e i Maya avevano previsto lo sbarco degli spagnoli, nei secoli seguenti, in modo e tempi precisi. Si potrebbe allora dire che gli spagnoli sbarcando nel Nuovo Mondo, avevano…’’generato” le previsioni di quei popoli? Ecco la legge di retrocausalità. Anche se ormai si sa che lo spazio-tempo è solo apparente, ci siamo abituati alla causalità in una direzione sola, ma se vediamo che sono immaginari, tutto si riunisce in un solo punto o addirittura si può rovesciarne la direzione! Ecco un esempio. Se un giorno incontro una persona con la quale trovo notevoli interessi comuni e importanti, in una località nuova, si potrà dire che sono le mie vicissitudini ‘’passate’’ a spingermi a fare il viaggio e provocare questo incontro: posso quindi vedere che è questo incontro nel” futuro ’’ che ha determinato la mia storia passata.
Un altro esempio pratico e sperimentato infinite volte, come prova di tutto questo. Se leggo, e osservo il tema astrale di un individuo, vi appare GIÀ tutto in quel momento della nascita: appaiono tutte le energie, tradotte poi in eventi, reazioni ecc. che si snodano in un’apparente spazio-tempo, ma è solo un ologramma in cui ogni punto contiene già tutto il divenire. Vi sono i genitori, i fratelli, le risorse intellettuali, il lavoro, i viaggi ecc. e le reazioni a tutto questo. Effetto e causa sono indissolubili, non si tratta affatto di chiaroveggenza, tutto è riunito e si manifesta nell’apparente spazio-tempo, negli anni e mesi di vita di un individuo.
Poiché la mente non può afferrare tutto all’istante, essa ha bisogno di un tempo lineare, ma l’effetto può precedere la causa?
Inoltre tutto ciò che si crede, diventa reale, come abbiamo visto con le Madonne piangenti o tra le nuvole nel cielo, il sole danzante e le passeggiate sui carboni ardenti. Etichettiamo qualcuno di schizofrenico, pazzo o visionario, perché vede oltre quello che noi possiamo osservare e ci dà insicurezza. Un noto psicologo brasiliano (Pierre Weil) raccontava di una madre che era venuta da lui col figlio giudicato schizofrenico. Al momento di iniziare la prima intervista, il ragazzo in collera disse al dottore di togliere subito da lì il suo registratore, perché non voleva registrazioni. Weil negò di averne preparato uno a quello scopo, mentre il giovane insisteva. Guardò intorno e poi si ricordò che ne aveva uno spento e ben chiuso in un cassetto di un mobile lì vicino. Come mai poteva averlo saputo il ragazzo? Chiaroveggenza? Da quel momento cambiò totalmente ottica nel diagnosticare simili casi. Siamo abituati alla “normosi” e ci chiudiamo in un recinto ben protetto, ma irreale. Io stessa ebbi esperienze con una persona simile. Dimostrazione che tutto è in comunione e inseparabile nello spazio e nel tempo.
Una volta determinata questa realtà, saremmo schizofrenici noi! se vediamo separazione quando in realtà non c’è mai stata.
Per tornare alla nuova fisica, la partecipazione tra le particelle non è dovuta a segnali avvenuti grazie a un fenomeno che avviene più veloce della luce, ma a qualcosa di sconcertante dapprima, che è la non-località.
Bohm (fisico ) ci offre un esempio plausibile: supponiamo che qualcuno non abbia mai visto né acquari né pesci. Guarda i movimenti apparsi su due schermi TV connessi a due cineprese separate, una fissa sul davanti, l’altra sul fianco dell’acquario. Se si guarda ai monitor si vedono due immagini diverse dei pesci, una di fronte, una di lato. Dal momento che la persona non ha mai visto pesci penserà che sono due sorte di immagini e non la stessa, da due angoli diversi. Potrà poi dire che questi animali comunicano istantaneamente. In realtà sono gli stessi e la loro diversa posizione e sembiante è irreale. Questo serve a dimostrare che quando cerchiamo di dividere il mondo in vari oggetti e sembianti e inoltre elettroni, fotoni ecc. stiamo creando un’astrazione. L’universo è un’indivisibile unità che non ci perviene direttamente e gli elettroni sono solo creazioni mentali: tra noi e il vero mondo, c’è una… descrizione che ce ne separa e spesso analizzando un fenomeno, analizziamo solo un… concetto!
Come diceva don Juan a Castaneda:- L’ossessione di ciascuno è di arrangiare il mondo secondo le regole del “Tonal” (ego-mente) ossia vedo un tavolo, un albero ecc. perché vi crediamo, ma confrontati col Nagual (Assoluto puro), cambiamo obbiettivo e il resto diventa un mondo costruito da parole, concetti. Perché alcuni vedono alcune immagini particolari (apparizioni, fenomeni strani) ed altri no? Perché non esiste nel loro Tonal. Il Nagual crea, il Tonal è testimone.
Come il volatile era l’unico oggetto visibile e reale nel film mostrato ai selvaggi, così lo spirito umano non percepisce ciò che è ‘là’, ma solo quello che sa o crede ci sia. La nostra capacità di vedere avviene attraverso la retina che assorbe la luce del mondo esterno e poi manda segnali al cervello. Ciò si applica a tutte le percezioni sensoriali. Pertanto la retina non distingue i colori, è solo sensibile alla quantità degli stimoli. In effetti non ci sono ‘’colori in sé’’ ma solo onde elettromagnetiche. Non vi sono musiche, ma variazioni della pressione dell’aria. Né caldo né freddo, ma molecole in movimento con più meno energia cinetica e così via. Come fa quindi il cervello a percepire quest’immensa varietà di questo mondo cosi vario? Esso percepisce solo quello che vuole, ossia come è stato istruito. Non nasciamo facendo parte del mondo, ma di qualcosa che noi ‘’costruiamo’’ all’interno del mondo. In breve, l’ambiente che percepiamo è una nostra invenzione o meglio una nostra descrizione soggettiva. Ecco che si delinea il Principio d’Indeterminazione di Heisenberg*: non osserviamo il mondo ma vi partecipiamo. Si tratta di trovare quello che è reale, in SÉ, ma non abbiamo nessuna prova che esista dal momento che è oltre le nostre percezioni e rimane un’opinione. Essi quindi scoprono la loro maya. Tutto riposa sul proprio opposto, il sì e il no di un universo ‘’in Sé’’ è sottoposto alle stesse regole (come il ramo agitato dal vento o l’animale morente di Castaneda o la scoperta del ‘’gatto di Schrödinger’’, vivo o morto?), solo l’effettiva percezione visiva lo determina. Cerchiamo di “arrangiare il nostro mondo “per rassicurarci. I fenomeni paranormali sono un’altra realtà, al di là dello spazio-tempo, della separazione, ma vi è una realtà oltre il “cono luminoso” che li contiene.
Il Nagual contiene sia il gatto vivo che quello morto, come l’animale selvatico morente e il ramo caduto dell’albero. La coscienza sceglie il Tonal che vuol percepire e ne è solo testimone.
Vi sono altri metodi per vedere l’ambiguità della realtà e disimparare. Alexandra David -Neel che visse a lungo all’inizio del ‘9oo con i lama del Tibet racconta (https://www.ossidiane.it/gli-insegnamenti-segreti-delle-sette-buddiste-tibetane/) come le loro lunghe visualizzazioni di demoni feroci e conseguente soggiorno in qualche cimitero sui monti, li rendesse poi capaci di ’’vederli, toccarli’’ e di respingere i loro attacchi fino ad ucciderli. Era la cosiddetta danza del chöd: alcuni però morivano. Perché? Un vecchio lama le spiegò che erano solo morti di…paura! Eppure erano e loro proprie creazioni-immaginazioni, se non vi avessero creduto sarebbero ancora vivi. Egli le spiegò anche che queste creazioni sono un po’come i bambini nati dalla nostra carne, allo steso modo le nostre immaginazioni ben radicate, si creano poi una vita indipendente fuggendo al nostro controllo.
Si tratta invece di vederle e ignorarle, con l’atteggiamento impeccabile – da vero guerriero – come suggeriva don Juan, – e la realtà così configurata, è trascesa.
Questo è anche il modo di essere più forti delle nostre visioni separanti e di arrivare allo stato di turya o di pura coscienza, in cui il mondo non è mai più visto come un’entità separata dalla mente. La non-dualità non è solo creduta, ma vissuta. Non vi sono più “altri”, ma ci si vede negli altri.
Ecco l’atteggiamento del mistico e ora anche dello scienziato (più difficile!) :
-Né credere né non-credere a un insieme di realtà, ossia essere coscienti del vuoto e non-vuoto della Realtà. –
La causalità o retro-causalità diventa automaticamente SINCRONICITÂ. La Pura Coscienza rivela che il mondo fisico non è separato dalla mente che lo costruisce, scopre anche l’identità del sogno e della veglia: la non-dualità in tal modo è sperimentata davvero. In questo modo si crea una realtà stabile grazie al sistema nervoso centrale che struttura la realtà tangibile: la storia del passato diventa “letteratura fantastica” e – come diceva don Juan:
-Le cose sono reali solo se c’è intesa sulla loro realtà.-
Stanislav Grof ( “Oltre il cervello”) fondatore della Psicologia transpersonale, dice che se si è onestamente consapevoli della similitudine tra nuova fisica, neurofisiologia, ricerca sulla coscienza e anche sciamanesimo, fenomeni parapsicologici, filosofie orientali e spirituali, si arriverà alla conclusione che la coscienza può modificare i fenomeni del mondo cosiddetto materiale.
Ecco che stiamo arrivando all’orizzonte di un nuovo enorme e importante cambio di paradigma nel mondo, in cui la nostra coscienza si attiva, una Matrix che non c’ingannerà più altrettanto.
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*- ll principio di indeterminazione ci dice che non è possibile misurare contemporaneamente e con estrema esattezza le proprietà che definiscono lo stato di una particella elementare. Se ad esempio potessimo determinare con precisione assoluta la posizione, ci troveremmo ad avere massima incertezza sulla sua velocità.