di Isabella di Soragna
Ecco emergere una punta di spillo, in cui avviene o sembra avvenire una differenziazione, lo yin e lo yang. In fisica si chiama un protone… un neutrone… un fotone… un elettrone… un atomo…, ecco la divisione e la nascita di un “pensiero”. Un minuscolo spermatozoo e un ovulo s’incontrano, sono carichi d’informazioni potenziali, si suddividono e fanno apparire una forma specifica. Da lì avranno inizio il senso di essere, lo spazio e il tempo (che si riveleranno immaginari!).
Da questa infima, invisibile origine nasce una forma, un neo-nato che nulla sa e nulla sente. Forse già tramortito dall’incredibile violenza del parto e le cui fasi si ripeteranno più o meno dettagliate nel corso dell’esistenza. Su di lui pesano già tutte le informazioni date dal suo ambiente, che tuttavia il bimbo potenzialmente già possiede, come tasti di un pianoforte che aspetta il tocco del pianista. Siamo pre-programmati finché si accende il computer che ce li mostrerà.
Cos’è nato veramente? Il tempo che è durata. Lo spazio che è la culla. Indivisibili, ma permettono la percezione di un oggetto, di “qualcosa”. Sono il primo pensiero assieme al senso di essere che verrà recepito quando il macchinario sarà messo in moto nello spazio-tempo.
Allora dobbiamo trovare una spiegazione, un “perché” ed eccoci infilati nell’immaginaria causalità: ed ecco milioni d’informazioni provenienti da un unico tema.
Karma-memoria è un’apparenza di causalità che è attuale, ma SEMBRA svolgersi da milioni di anni e in numerosi luoghi, ma in realtà… lo spazio-tempo si è rivelato anche scientificamente un’illusione che appare con la manifestazione del pensiero, quando è cominciato l’apprendimento dei vocaboli e dell’ “altro da sé”, del prima e del dopo.
Le cause sono infinite come gli effetti e spesso l’effetto precede la causa, in realtà tutto è sincronistico e la dualità un’apparenza a cui la mente divisa dà valore. Il passato è una memoria “presente”, il futuro un’aspettativa ‘’presente’’ che proviene da una memoria (passato).
Consideriamo ad esempio… continua la lettura su riflessioni.it