Arunachala
Il nucleo della personalità
Ovvero il tranello della personalità
( da un testo di Stephen Wolinski- commento e riassunto )
Questo termine, fu usato da Stephen Wolinski, psicologo americano che frequentò Nisargadatta Maharaj (negli anni 1970-80) e che visse in India per sei anni: egli realizzò una teoria psicologica che chiamò Psicologia Quantistica, da cui la teoria verificata, del “nucleo della personalità”. Questa ci aiuterà a capire il nucleo, la soglia, questa barriera cruciale che gli aspiranti alla Liberazione definitiva dovranno traversare per soggiogare la mente onnipotente e realizzare il Fine Ultimo, invisibile ma sempre presente.
Ecco in poche parole “la trappola della personalità”.
LA MADRE-DIO
All’età fetale e poi, appena nati, essi sperimentano di essere in totale unità con la madre, ma tra i 5 e i 12 mesi iniziano a sentirsi separati da lei. La psicologia dello stato evolutivo dell’uomo, lo chiama la “ferita narcisistica infantile”. Questa esperienza di separazione è il traumatismo più violento che ci si possa immaginare, nessun paragone è possibile. La Coscienza del neo-nato non osa avvicinarsene e quando questo avvicinamento si manifesta solo un poco, l’individuo si sente talmente male che se ne allontana immediatamente, spesso senza rendersene conto.
LA FORMAZIONE DELLA PERSONALITÀ
Questo avvenimento traumatizzante appena descritto, è la base sulla quale si posa l’ego e la mente dualista. È il cosiddetto imprinting che dà origine alla formazione della personalità.
In che maniera si forma la personalità?
Prima di tutto produce una serie di identità negative, di ”non-esistenza” di “annientamento” che nascono da considerazioni spontanee e automatiche della mente del bambino, incapace di confrontarsi con l’immenso choc(colpo) della separazione.
Queste identità sono:
“Non esisto” (mi sento separato perché non esisto) ”sono inutile” ( mi sento separato perché sono inutile) “sono inadeguato, incapace, impotente, ecc.”( mi sento separato perché sono inadeguato, incapace, impotente, ecc.) e altre espressioni simili. Wolinski li chiama i “Falsi Nuclei della personalità.”
Questi Falsi Nuclei danno luogo a loro volta a dei Falsi IO corrispondenti (spesso inconsci) che costruiscono l’Ego, che servono poi a costruire False Soluzioni per risolvere l’incapacità a vivere, derivata a sua volta dai Falsi Nuclei, di solito inconsci.
Questi falsi IO sono altre identità che poi rivestono e nascondono i Falsi Nuclei. In genere sono identità opposte ai Falsi Nuclei. Ad esempio l’identità ”Io non valgo nulla” potrebbe generare un’identità “Io sono uno molto forte!” che cercherà compulsivamente di dimostrare di avere valore e di agire in modo esagerato in tal senso. Potrebbero però essere identità opposte: è sufficiente che la mente le consideri funzionali per sopravvivere al Falso Nucleo ”Io non valgo nulla” che è sempre annichilente. Ad esempio l’identità del Falso Nucleo “Io non valgo nulla” potrebbe anche essere rivestito dall’identità ”Io sono una vittima”, se la mente considera che “essere una vittima” garantisca la sopravvivenza minata dal Falso Nucleo. Essere una vittima è almeno “qualcosa”, “ è esistere in qualche modo.
I FALSI NUCLEI IMPEDISCONO LA LIBERAZIONE
Ci si renderà conto che in questa gabbia o trappola fatta d’identità di Falsi Nuclei (che generano annullamento e non-esistenza) e di Falsi IO (identità derivate che tentano di sopravvivere ai Falsi Nuclei), il VERO SÉ si trova in un certo senso in una trappola elettronica! Questa trappola ha l’effetto di sostenere il (falso) ego – che in sé è solo un meccanismo fabbricato di difesa – e quindi di nascondere la Verità (il vero SÉ).
Per questo la Via della Liberazione non è facile: avendone una breve esperienza diretta vi sentite per un momento… il Buddha, ma non appena usciti da quello che è ancora uno ’’stato’’, siete catturati di nuovo dalla vostra personalità, tuttavia un po’ più liberi poiché quest’esperienza ha distrutto qualche falsa identità.
Cosa vuol dire questo? Nisargadatta Maharaj diceva: –Puoi scoprire quello che sei veramente, trovando prima quello che non sei. – Per aprire la Via della Liberazione bisogna prima distruggere i Falsi Nuclei da cui i Falsi IO cercano di difendersi, poi passare attraverso il Nucleo della Personalità effettivo, ossia il trauma stesso della prima separazione. Quest’esperienza è particolarmente drammatica e disorientante per molti: è un’esperienza di perdita, vuoto, nulla, morte e assenza TOTALE di punti di riferimento e senza amore. Molti ricercatori spirituali si fermano a questo punto, al primo accenno, altri più avanzati, usciti dal samadhi beatifico (UNITÀ) lo sperimentano, quindi si sentono totalmente separati e all’improvviso. Bisogna traversarla risolutamente e la luce radiosa della nostra Vera Natura brillerà. A volte ripeterla se rimane qualche residuo.
LE VASANAS
Si crede che per arrivare o meglio ritrovare la nostra Vera Natura o Liberazione, si debba distruggere le “vasanas”(desideri, impulsi, memorie dimenticate di traumi passati): se si fa questo con l’esercizio della volontà, è ancora una trappola dell’ego, un desiderio che ne sopprime (e nasconde) un altro. Annamalai Swami espresse il desiderio di ritirarsi in una grotta per meditare, ma non lo fece direttamente. Ramana Maharshi gli rispose: -Se mantieni questo desiderio, dovrai rinascere! – Per alcuni non ancora evoluti, era necessario ancora parlare di karma e rinascita, ma non era necessario per altri che avevano compreso l’irrealtà dell’origine del mondo e l’imbroglio della…maya. Ciò dovrebbe avvenire spontaneamente in varie misure, come per Ramana Maharshi da adolescente e vari altri saggi che s’immersero nello stato di annientamento. Invece la negazione di un’impressione, di un pensiero o emozione, paura, ecc. è esattamente ciò che li mantiene. Se non si capisce questo, non si potrà capire il Vero Sentiero Spirituale.
LAVORARE SU SÈ STESSI E PRATICARE LA MEDITAZIONE
Vi è un solo modo di disfarsi delle vasanas: la Coscienza deve osservarle senza giudizi, né negare alcunché, allora esse si dissolveranno gradualmente ridiventando Coscienza Pura. Capirlo intellettualmente, come molti cosiddetti ”liberati”, è un atto di presunzione. L’abbandono al SÉ farà il lavoro, ma bisogna prima smascherarle, vederle nella loro essenza totale e questo attiverà il processo di dissoluzione. Il “saperlo” soltanto non le dissolverà (come nella psicanalisi), poiché il groviglio mentale nascosto è molto forte. Invece viverle nella sensazione profonda, la Coscienza le metterà in luce e la loro dissoluzione seguirà naturalmente.
TRAVERSARE IL TRAUMA DELLA SEPARAZIONE E SOPPORTARE IL VUOTO.
Bisogna quindi traversare la disperazione, il terrore, l’angoscia, la morte immaginaria e ROMPERE IL VUOTO a …pezzettini! così la mente potrà essere domata. Diventare spiritualmente nudo ed ecco…la meraviglia della comprensione profonda che…non c’è mai stato né sentiero né traguardo, che tutto ciò era al di là di qualunque concetto o forma e anche del concetto di senza-forma. Né mondano né spirituale. Non è un’esperienza, semplicemente si È, una pienezza inimmaginabile e di una semplicità totale.
La realizzazione non presuppone alcun testimone, altrimenti questo ridiventa una divisione mentale. Non è un momento, ma un processo costante e sempre presente che era solo nascosto dalla ’’fauna mentale’’.
Commento al testo riassunto:
Come lo afferma Nisargadatta Maharaj e altri saggi advaita (Ranjit Maharaj e il loro maestro Siddharameshwar) si scopre anche che nascita e morte sono concetti applicati ad apparenze e che siamo sempre stati spettatori di un MIRAGGIO.
CHI è nato? Un concetto inculcato e memorizzato.
“L’osservatore crea il mondo: se non c’è osservatore, l’atomo è un fantasma”.(Niels Bohr)
Anche la fisica quantistica ha scoperto che non vi è mai stata un’origine dell’universo, che lo spazio-tempo è illusorio e quindi senza di quello, il mondo non può esistere in realtà, tranne nelle nostre percezioni, create da vibrazioni diventate abitudini e memorizzate: il sistema neuronale ha già creato lo scenario ben prima che la coscienza egoica creda di deciderlo. Anzi: l’ologramma del concepimento e della nascita (apparente) contiene già tutto il percorso vitale. La mente può solo visualizzarlo, percepirlo in modo lineare e non nell’istante in cui tutto è già contenuto e che poi si rivela quella …nullità che ci ha tanto terrorizzato all’inizio!!
Se in realtà -non siamo mai nati-… perché temere la morte? Solo un’apparenza effimera che se ne va.
Un’ inspirazione d’aria, violenta, un grido…poi un’espirazione definitiva e tranquilla. Pace assoluta. Se l’aria sparisse del tutto o non fosse mai apparsa, dove sarebbe la coscienza e quindi l’universo?
Aggiungo:
Si tratta di verificare che i giorni, i mesi e gli anni che stiamo vivendo ORA sono solo ripetizioni, memorie (elementi meccanici) che offuscano la Luce Vera sempre presente, inoggettivabile che siamo. Le guerre, con le enormi “bugie e manipolazioni politiche”, le epidemie, gli sconvolgimenti, rivelano l’identità del “nucleo” in infinite variazioni che la mente prende per vere e che accadono in sequenze temporali, apparentemente diverse. La mente può solo sperimentare nello spazio-tempo lineare, ma non è la realtà. Si ripete ad infinitum le fasi del trauma della nascita. Facile dire “è solo un miraggio”, ma investigarlo seriamente richiede energia e determinazione, anzi un’immersione totale nella sensazione, ove il pensiero è scomparso. L’esempio delle pandemie passate e quella attuale (solo copie delle passate) è comprensibile sotto questo aspetto. Robert Adams ne parla come di necessaria “ripulitura” e eliminazione, come succede in varie parti della natura vegetale e soprattutto animale (quando i conigli in certe regioni australiane, diventano troppi, la mixomatosi elimina una parte della popolazione). Ci sono però altri significati simbolici da vedere. Se ad esempio si osserva il comportamento, gli aspetti del virus attuale è ancora un’antica ripetizione: senso di panico, di chiusura e al contrario il bisogno di riunirsi col “tutto”- anche se per la massa si tratta di divertimenti collettivi, ma il fondo è sempre un bisogno di “appartenere”, non sentirsi isolati-separati (come al momento della nascita).
Visto da un altro angolo, i virus, molto simili, si moltiplicano e mutano continuamente perché – a detta di insigni scienziati – le malattie e epidemie mortali precedenti sono state soppresse con medicinali forti e non accolte e comprese nel loro significato profondo e soprattutto come specchio del momento. Il che è comprensibile, ma purtroppo la reazione di soppressione del male ha aumentato la diffusione: il virus sparisce momentaneamente, ma poi va in profondità, non è eliminato, si trasforma soltanto, come tutto accade nell’universo. Se, sempre partendo dall’illusione dello spazio-tempo e dell’inesistenza di un’origine, ci fosse una comprensione globale del significato simbolico che il male ci vuol mostrare e accoglienza profonda, anzi immersione, del fatto – difficile realisticamente – la malattia porterebbe a un’apertura di coscienza notevole. Lo si può verificare nel lavoro personale sull’ “ombra” e sui mali fisici come specchio di un trauma soppresso ecc.
Si parte ad es. dalla sifilide che infierì nei secoli scorsi, la quale rappresenta distruzione e disperazione, poi la tubercolosi che all’inizio, era per gente che aveva perduto la patria e cercava di ritrovarla, poi coincise con lo spirito idealista e romantico di avventura del secolo XIX, di forte angoscia, con esperienze di prigionia ecc. ma molti la vivevano come problema personale: la disperazione e la motivazione a ritrovare protezione affettiva era meno forte, ma altrettanto letale. Dopo soppressioni e cure ecco avanzare un altro virus letale, dovuto anche a contaminazioni e ricerche fatte tra umani e animali (scimmie ecc.). Ricerca di promiscuità, senso di sporcizia interiore e successiva emarginazione. Distruzione dei limiti personali e ricerca (inconscia) di protezione…di nuovo in altre vesti.
Ecco comparire l’HIV e l’Aids. Si crede di aver eliminato la sifilide ed ecco che riappare in altre vesti (anche la gonorrea ha un suo simbolo, quello dell’occultamento): lo stesso programma è sempre in agguato in varie manifestazioni psicofisiche, ma perché?
Fa parte della vita e dell’umanità, come il bene e il male.
“Nulla si crea e nulla si distrugge”.
Il senso di distruzione psicosomatica annienta o affievolisce quindi l’immunità fisica, già indebolita da anni di eliminazioni allopatiche imprevedibili, droghe e soprattutto la contaminazione dovuta alle scoperte della cosiddetta “genetic engineering” (anni 1970-80) o manipolazione genetica tra specie diverse. La natura non ama questi scambi, dovuti all’intelletto umano e quindi si ribella.
Per riassumere i temi principali:
-senso di isolamento
-di sporcizia, umiliazione e contaminazione
-distruzione (aspetto sifilitico con la promiscuità sessuale, le droghe come ad es. l’eroina)
-l’HIV deriva da contaminazioni e unioni genetiche (animali e umani usate per difesa di governi …in apparenza)
-contaminazioni di vari vaccini delle compagnie che fabbricavano quelli del vaiolo e soprattutto dell’epatite e anche della poliomielite.
Ecco le porte aperte all’HIV, poiché le date analizzate per le diverse procedure corrispondono e confermano questo aspetto. Il vaccino dell’epatite era somministrato spesso a omosessuali, come quello del vaiolo e della polio, in Africa soprattutto.
Ecco la conferma a un altro livello di due temi psichici fondamentali: il tradimento simbolico e la rottura dei limiti nel sistema immunitario. Ecco, come già detto, l’apparizione del “genetic engineering”, le esperienze di incroci tra specie differenti e quindi NON naturali. La natura crea limiti per evitare intrusioni di genomi estranei che sono violenze enormi. Ecco che il sistema immunitario subisce un tracollo, anche su un altro piano. Ecco che il virus di una scimmia diventa letale per un uomo. L’Aids coincide con questi fenomeni. Lo stesso dicasi per tutti gli alimenti sempre più denaturati artificialmente.
-Vulnerabilità e per contrasto un bisogno di apertura (problemi di pelle e gola)
-Solitudine o appartenenza(promiscuità)
-Problemi di panico, di polmoni e di sangue (trombosi ecc.) – droghe per bisogno di fuga e riunione.
Il bisogno simbolico di unione spirituale, di devozione è stato coperto o mal interpretato da una deviazione mentale e fisica, che in realtà distrugge l’organismo invece di risollevarlo e le religioni ufficiali non sono all’altezza.
Un dubbio continua quindi ad insinuarsi: non assomiglia questo alla nuova ondata pandemica attuale, legato alle mutazioni antecedenti e costanti?
-Bisogno di promiscuità e confino “protettore” ma solitario (il neonato ritorna!).
-Periodo di tecnologie troppo invadenti e contro natura dall’infanzia in poi.
-Poco senso di protezione familiare fin dai primi anni di vita.
-Sentimento di aver poco valore e compensazione col bisogno di potere e guadagni eccessivi.
La speranza rimane, poiché ci sono molti segni di ricerca seria e di rinnovamento per trascendere la dualità apparente, ma degradante di questa epoca super-tecnologica dove tutto è diventato esagerato o parossistico.
Il “nucleo”?? È ancora un residuo della paura della separazione alla nascita e allo stesso tempo della morte, perché sono…la stessa sensazione, la paura dell’ignoto – che sempre siamo ( ma con l’illusoria separazione dall’oggetto conosciuto), anche se la morte significa riunione.
Si tratta di ritornare o meglio rimanere nel nostro “centro” (prima del concepimento e anche in seguito) che è come l’occhio del ciclone o il fondo del buco nero, (scoperto dai fisici recentemente, ma segno della realtà senza origine!) da cui scaturisce il film della vita.
Nessun bisogno quindi di “raggiungere” un traguardo (illuminazione o realizzazione) poiché GIÀ siamo QUELLO, ORA E SEMPRE. Scartiamo solo il falso e inutile, che ci ha reso miopi, pur vivendo apparentemente il quotidiano.
Ecco cosa dice Robert Adams(Collezione satsang (1990-93)
137 – LA PAURA DELLA MORTE
R.: Se lavori su te stesso e trascendi l’ego, durante la vita, i dolori fisici, le malattie non ti potranno più causare timori. Nessuno ne è esente e un giorno o l’altro, eccoli apparire. Trascendendo i dolori fisici, non avrai poi paura della morte. Le malattie, se il tuo ego è stabile, ti portano a temere il giorno fatale. Non serve continuare a praticare yoga, meditazioni e altre pratiche, serve forse a santificarti, non a risvegliarti, se lo fai per le ragioni sbagliate, per superare i problemi o se hai uno scopo. Risvegliarsi, non è uno scopo: non c’è alcuna ragione di farlo. Non importa dove e come vivi, se in un ospedale o in prigione, se sei sano o malato, La realizzazione non gioca a favoritismi. Sii sincero però, non fingere per esibire una facciata. Non credere perché mediti o fai pratiche spirituali che il risveglio è prossimo. Può succedere anche a un criminale, all’improvviso. Sii umile. Non basta dire “Tutto è Brahman o sono Brahman”, poiché questo gonfia il tuo ego. Tutto quello che sei, lo incontrerai, (soprattutto se non ne sei cosciente) se sei arrogante, troverai l’arroganza, se sei sospettoso, il sospetto, per cui lascia tutto, soprattutto le paure, poiché questo ti trattiene nel sogno. Ê come entrare nell’occhio del ciclone: se vai al centro, c’è tranquillità. Lo stesso se entri nel centro dell’emozione, questa scomparirà. Se hai un forte male, invece di agitarti o prendere calmanti, entra nella sensazione, molto profondamente, ancora di più, finchè sarai al centro, dove c’è tranquillità e il dolore o scompare o è sopportabile. Puoi anche chiederti :-A chi succede?- Rimani lì senza attese. Usa lo stesso metodo per le paure. Non si tratta affatto di accettare, che è il contrario del rifiuto, ma di andarci dentro senza pensieri.
Ora, viste queste considerazioni che riuniscono fattori apparentemente contrastanti, mutazioni su un unico argomento, possiamo ritornare all’inizio(immaginario) da cui mai siamo partiti.
Non è mai successo nulla.
Pare un assurdo, eppure è esattamente vero, che, tutto il reale essendo un nulla, non v’è altro di reale né altro di sostanza al mondo che le illusioni.
Giacomo Leopardi (1798-1837)
88888
Risvegliarsi è vedere che si dormiva,
che si sognava la vita senza viverla.
Risvegliarsi è prendere coscienza che tutto il percepibile
È un’illusione creata dai nostri sensi,
che la sola Realtà è la Vacuità.
(il XIV Dalaï Lama)
Il vuoto è totalmente pieno di noi stessi, quando tutti i concetti sono spariti.