– Siamo un pacco di convenzioni, imposizioni ‘’insegnate’’ dalla prima infanzia…cui ci siamo IDENTIFICATI – con un nome e un’apparenza fisica, ma che in realtà NON siamo! Ci siamo adattati per sopravvivere e bisogno di protezione: siamo robot parlanti. Vediamo il mondo dal ’’buco della serratura’’ e solo qualche artista o mistico riuscirà a convivere con la parte più vera. Abbiamo dimenticato il mondo “magico’” vero, soltanto rievocato da qualche favola o mito che sono ’’fuori dallo spazio-tempo’’ apparente e SEMPRE PRESENTI.
Sembra incredibile ma… per sopravvivere mentalmente e inconsciamente – molti si sono abituati in modo ’’naturale’’-per sopravvivere al terrore di sparire!! a mentire, rubare o oltraggiare, per SFUGGIRE ALLA DITTATURA MENTALE imposta fin da piccoli, questa è la loro seconda natura e se la blocchiamo tutto questo si ripercuoterà negativamente e l’inconscio lo farà aumentare = sofferenza per sé e gli ‘’altri’’. Tutto quello che abbiamo bloccato, (o ci hanno fatto reprimere) si ripresenta amplificato nel cosiddetto mondo ‘’là fuori’’. Non serve a nessuno esserne succubi in seguito, ma almeno capire da dove proviene il malessere di un individuo.
Non siamo tutti Ananda Moyi o S. Francesco (che ne usci però dopo aver toccato l’agonia mortale) o autistici … ma ora molti vedono che il ‘’sistema autistico’’ è il più vero, perché non ci si chiude in un piccolo mondo, (come affermano gli psicologi, ma il contrario!) ma lo si vede in connessione con tutto, come quando era, da neonati, ‘’prima del linguaggio’’: lo stesso dicasi per schizofrenici (adattati) che sono chiaroveggenti. Del resto medium e simili sono soltanto quelli che hanno lasciato spazio al ‘’mondo reale’’(unitario) quello che si apparenta anche con i sogni ecc. Ricordo di aver avuto una ’’conversazione’’ con una persona considerata ‘’pazza’’, e seguendo solo il suo filo discorsivo, c’è stato uno scambio a livello intimo. Le parole chiudono, inscatolano e dovrebbero solo servire come “indicatori” e non come realtà. Una mia amica di scuola anni fa mi chiamò e mi disse che andava al porto di Genova a osservare le navi che partivano e che lei ’’era la nave’’…. Non era sbagliato, anche se “relativamente” lei era nel porto. Siamo quello che percepiamo e…tutto è nel nostro sistema. Lei finì in manicomio, ma intravedevo in lei (come in quasi tutti quei casi) una chiaroveggente repressa che fin da piccola cercava di sfuggire al dolore della perdita di un padre in guerra e dal matrimonio seguente di sua madre. Non erano divagazioni nell’irreale, ma una ricerca di un’unità che le era negata nel quotidiano.
Il noto dottore brasiliano Pierre Weil parlava spesso di ’’normosi’’, termine col quale designava il trattamento fatto a quelli che la società considerava ’’anormali’’ e rinchiusi non solo in asili psichiatrici, ma guardati dalla società come esseri difettosi e da evitare. Scoprì poi che erano medium, appunto perché non avevano ‘’confini intellettuali’’.
Ecco poi il significato della droga, male intesa in Occidente, perché non è praticata ritualmente (come il fumo in genere) come ritrovamento del Sé sempre presente e riunione degli opposti, ma invece trattata come svago, che obnubila il cervello e fa gli affari dei cosiddetti ‘’stregoni’’ del potere economico. C’è da dire però che se uno ricerca la droga, vi è un bisogno iniziale di evadere dal ghetto mentale ordinario e non bastano altre attività ludiche o sportive.
Ecco anche spiegati i ‘’miracoli’’ che non sono dovuti a ‘’persone o luoghi’’, ma alla nostra profonda FEDE in quello e che è al di fuori del circo-mente.
Posso confermarlo personalmente.
Nei temi astrologici, non si ‘’prevede’’ nulla, è solo un “clic” al momento della nascita che contiene GIÀ TUTTO lo svolgimento nello spazio-tempo ‘’apparente’’. E in varie salse. Se si va a indagare profondamente nel vissuto parentale al momento del concepimento, si intravede già il risultato in riassunto. Non è fantascienza, ma sono fatti accertati da anni di ricerche.
Se un bambino ha bisogno ogni sera di ascoltare ‘’Cappuccetto rosso’’ lui/lei ‘’vive’’ dentro di sé la storia che È LA SUA! o di Biancaneve o di Cenerentola. Ora con tutti i mezzi meccanici-tecnologici e occludenti, che valutano soltanto il cervello sinistro ben formattato, si vedono adolescenti come robot ormai induriti. Crediamo di volere questo o quello, di averne bisogno, ma in realtà stiamo solo obbedendo ai dictat della nostra educazione familiare e sociale. Oppure ci rivolgiamo a figure paterne o materne, sétte esoteriche, che ci diano quello che ci è mancato da piccoli, ma che in realtà continuano a mantenerci, camuffandolo, nel nostro esiguo cubicolo (anche se apparentemente in stati devozionali o più profondi e in sensazioni beatifiche) per continuare a vedere il mondo non come nostra proiezione, ma attraverso un buco della serratura là fuori. Parlare di compassione e fare beneficenza è spesso un ego camuffato per farsi ben volere e sentirsi accettati. La paura di morire dovuta all’identificazione insegnata, rimane la stessa, anche se ben soppressa e in paesi dove ad esempio una bambina non è voluta e perfino uccisa, i modi per sopravvivere sono estremi.
Ma NON siamo quello! Con un po’ di fortuna lo scopriremo. Quello che ci hanno detto che è NATO non lo siamo, lo abbiamo osservato come un video-gioco eccitante al quale siamo stati costretti a credere. –