I miti, le favole, le civiltà antiche, la scienza moderna, sono arrivati alle medesime conclusioni: ci trastulliamo con le proiezioni emanate dal nostro cervello prima della nascita e le rinsaldiamo con le memorie acquisite e inculcate durante il primo periodo di esistenza. Il neonato, il bebè dei primissimi anni di vita, vive tranquillamente in un mondo di sogno, o autistico se si vuole, senza separazioni, né definizioni. Tutto è dentro di sé, com’era nel ventre materno, unito al cordone ombelicale.
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di Isabella di Soragna
Un giorno in autostrada, distrattamente rimugino su persone e vicende da risolvere: sto per sorpassare un grosso camion e osservo l’immensa insegna che copre la parte sinistra del mezzo. L’iscrizione è: MIRAGE. ECCO LA RISPOSTA!
Quest’osservazione in apparenza banale, mi ha fatto capire che sia il Buddha sia il Cristo, i quali sono rimasti in meditazione per giorni e giorni in eremi o nel deserto, hanno dovuto subire le ”tentazioni di Mara(maya) e di Satana(dualità)” che facevano loro credere ad una falsa libertà e al miraggio che invece erano. Solo “vedendo” chiaramente questo, hanno potuto essere davvero liberi, oltre la libertà, oltre la “misura” da cui tutto sembra dipendere.
di Isabella di Soragna
Ecco emergere una punta di spillo, in cui avviene o sembra avvenire una differenziazione, lo yin e lo yang. In fisica si chiama un protone… un neutrone… un fotone… un elettrone… un atomo…, ecco la divisione e la nascita di un “pensiero”. Un minuscolo spermatozoo e un ovulo s’incontrano, sono carichi d’informazioni potenziali, si suddividono e fanno apparire una forma specifica. Da lì avranno inizio il senso di essere, lo spazio e il tempo (che si riveleranno immaginari!).
Da questa infima, invisibile origine nasce una forma, un neo-nato che nulla sa e nulla sente. Forse già tramortito dall’incredibile violenza del parto e le cui fasi si ripeteranno più o meno dettagliate nel corso dell’esistenza. Su di lui pesano già tutte le informazioni date dal suo ambiente, che tuttavia il bimbo potenzialmente già possiede, come tasti di un pianoforte che aspetta il tocco del pianista. Siamo pre-programmati finché si accende il computer che ce li mostrerà.
di Isabella di Soragna
PRIMA della COSCIENZA c’è un mondo reale.
e “Il mondo nebuloso degli atomi si materializza solo se c’è un osservatore”. In mancanza di quello, nulla si manifesta. (Niels Bohr)
L’osservatore è ancora un’illazione, da dove viene, che cos’è? Anch’esso scompare se investigato e allora?
Quando NON vi era coscienza (sensazione di esserci) non vi era sensazione di mancanza. Né vuoto né pieno. Anche uno stato di perfetta beatitudine e unità implica una separazione: vi è l’osservatore e quello che si osserva e si rimane nell’inganno della dualità, dell’attaccamento, del desiderio e quindi si nutre la sofferenza.
di Isabella di Soragna
La Realizzazione c’è sempre, è INDIVISIBILE, dunque INCONOSCIBILE. Per “conoscerla” si separa il soggetto che conosce da quello conosciuto.
Non ci sono “realizzati”, perché non esistono più “persone”, ma la Realizzazione si manifesta totalmente sempre: in apparenza – sembra – solo per pochi che la vivono consapevolmente senza l’illusione della molteplicità. Quindi il “realizzato” è un concetto illusorio come il “concetto’’ di Assoluto. Siamo ‘’Quello’’, inconsciamente o meno, ma non ci sono “realizzati”, lo si dice solo per poterlo comunicare. E se c’è comunicazione attraverso i concetti c’è logicamente divisione, misura, falsità.
di Isabella di Soragna
PRIMA DELLA COSCIENZA, prima di poter sentire e dire ‘’sono vivo, esisto’’, chi o che cosa sono? Un mese prima di essere concepito, mille, milioni di anni fa, o miliardi di anni luce… chi ero, che cosa ero? Dopo la morte del corpo dov’è finita questa sensazione e definizione? E durante il sonno profondo? E mentre sono immerso in un’azione che prende tutta l’attenzione?
Per prima cosa noto che il senso di essere vivi è intermittente ed appare solo quando “lo so”. È quindi solo un PENSIERO. Il primo pensiero che poi genera come una prolifica mamma coniglio una quantità di coniglietti. E che cos’è un pensiero? Un concetto, un’idea, una convenzione, tradotta in suoni e parole.
di Isabella di Soragna
Sono cosciente, esisto…ma solo se lo “ penso “, se “lo so ”. Il pensiero crea, definisce, inquadra una certezza, quella di esistere. Ma…se non c’è pensiero, esisto o no? (Prima dei due anni il bambino non ha la sensazione dello spazio e del tempo, non sa di esistere perché non lo “pensa”)
Se elimino pensiero, associazioni, etichette, memorie… esisto? non esisto? o nessuno dei due? Al risveglio la mattina, vi è per primo una sensazione di “esserci” (che è il primo concetto anche se vago), poi i pensieri appaiono a profusione dopo la prima auto-convinzione-definizione che ‘’esisto’’… come pesci che guizzano e poi scompaiono, come farfalle o moscerini che – grazie alla memoria – continuano a farmi immaginare e a convincermi che ‘’sono un corpo e una mente”, mentre invece fanno parte del film che mi sono inventato, subito dopo l’apparizione del primo pensiero che ricopre o nasconde all’istante questo ‘’non-so-che-non-so’’ in cui poi mi ri-immergo addormentandomi. Tutto o.k. ma perché prendersi per quello che non siamo? In realtà continuo a dormire anche… al risveglio, ma non lo realizzo!
Anche se i neo-advaitin ti ripetono fino alla nausea che “non sei l’agente’’ e vi è solo l’emozione di tristezza, paura o collera ecc. è ancora il più gran tranello mentale! CHI OSSERVA L’EMOZIONE? CHI REAGISCE PUR NASCONDENDOLO? È IL PRIMO PENSIERO: ‘’IO” (ben camuffato ma ben reattivo!). Anche l’affermare “non c’è un io che reagisca’’ è un’ipocrisia tipicamente mentale. Per smantellare totalmente l’ego ci vuole un agguerrito Sherlock Holmes della Realtà! Si può solo “vivere” ogni istante l’Assoluto (che già siamo), non saperlo o immaginarlo attraverso una camuffamento di “realizzazione”.
Il pensiero quindi è “tempo”. Non si può ”pensare”, se non vi è… continua la lettura su riflessioni.it
di Isabella di Soragna
L’elettricità non si accorge se dà luce a una lampada, a un frigorifero o a una centrale elettrica. Sembra una frase assurda, eppure è un esempio tangibile di quanto succede alla coscienza, al senso di esistere. Per uno strano meccanismo, al momento del risveglio improvviso dal sonno profondo, questa vaga sensazione legata al respiro, senza forma né colore, senza spazio né tempo, si accartoccia, prende forma in un ‘immagine di piccolo ‘’io’’ e il disco duro della memoria si mette in moto. Il corpo-mente è come la lampadina, il senso di essere l’elettricità. La radio o la tv non si mettono in testa di essere ”diverse o speciali”, dotate di autonomia e di volizione propria. L’entità “io”- a cui si aggiungono nomi e concetti a non finire – si carica invece del peso di infinite immagini e memorie – e perde l’immaterialità senza nomi o etichette della sua vera natura. Siamo talmente proiettati sul nostro schermo gigante che contiene mondi
di Isabella di Soragna
La Realtà è pura Mente Non-dualista, che contiene potenzialmente concetti, i quali tuttavia mai possono essere compresi dagli stessi. Poiché è libera da qualunque concetto, può essere solo “parzialmente descritta” in modo analogico o negativo. Può solo essere sperimentata, quando “le porte della percezione sono state pulite” da ogni possibile fabbrica intellettuale.
Parlando della Realtà come coscienza non-dualista, molti di noi la mettono in relazione con la soggettività, ovvero sentiamo (crediamo) che la coscienza non appartiene agli “oggetti”, come questa pagina, ma piuttosto a me stesso come soggetto che si presuppone “conscio di” questa pagina. Questo è in essenza “dualistico”, ma poiché la coscienza è la Realtà e la Realtà non è dualistica, sarebbe più accurato vedere la coscienza non come soggetto relativo che si confronta con oggetti, ma come Assoluta Soggettività, cioè al di là del dualismo soggetto e oggetto.
Quello che chiamiamo Dio, questa profondità, è l’Assoluta Soggettività o Testimone all’interno di ognuno di noi, non identificato né come soggetto né come oggetto, ma che include paradossalmente entrambi. Ramana Maharshi lo definiva così:
“Poiché il Sé non può essere oggettivato – non essendo conoscibile da nessun altro – e poiché il Sé è l’Osservatore di ogni altra cosa, la relazione soggetto-oggetto e l’apparente soggettività del Sé esiste solo sul piano della relatività e svanisce nell’Assoluto. In verità esiste solo il Sé che non è né l’osservatore né l’osservato e non è coinvolto con nessuno di essi.”
Se ora qualcosa in me può osservare il mio sé soggettivo e che esiste in me, adesso, la consapevolezza di un “sé” che legge questa pagina, ciò mi dimostra chiaramente che… continua la lettura su riflessioni.it
di Isabella di Soragna
di Bernard Klein
– Quale ipnosi?
– Quale risveglio?
– Dissociazione e confusione
– La meditazione, un ipnotismo per de-ipnotizzarsi
L’ipnosi ed il Risveglio potrebbero essere le due facce di una stessa medaglia, poiché la maggior parte delle meditazioni sono simili ad una forma di ipnoterapia e mirano a preparare il meditante ad uscire dallo stato ipnotico che caratterizza la coscienza ordinaria.
Ogni volta che osserviamo un oggetto noi sogniamo – diceva H.W.L Poonja. Per Stephen Jourdain, “il Risveglio è svegliarsi di soprassalto, nel bel mezzo dello stato di veglia, come se questo stato di veglia fosse in realtà solo sonno e sogno”.
Ramana Maharshi insegnava che “la Via spirituale ha il solo scopo di de-ipnotizzare l’individuo”…
A parte questi esempi ognuno ha potuto notare seguendo le proprie letture, che la maggior parte de maestri orientali o occidentali afferma che il nostro stato abituale è paragonabile a una specie di sonno, o per riprendere i termini più letterari di Steve Jourdain, “ a una sincope della facoltà della Coscienza.” Poco importano i termini usati, il messaggio è semplice: lo stato di veglia è imparentato in realtà ad un’ipnosi che può fluttuare, ma dalla quale non si esce praticamente mai. Ecco perché si usa la parola Risveglio, quando si vuole designare la realizzazione spirituale, una realizzazione che consiste dunque nell’emergere finalmente dall’ipnosi comune, una liberazione dalle illusioni e dalle confusioni prodotte di solito dalla mente.
Quale ipnosi?
Questo emergere dal sonno, non si tratta di confonderlo con gli stati non-ordinari di coscienza, nel senso spettacolare del termine, come molti seguaci del New Age s’immaginano. La Coscienza reale è sempre stata presente e quindi non può dunque veramente emergere, ma soltanto liberarsi dalle illusioni con cui di solito s’ imbottisce. Tutto quello che può emergere nell’oceano di illusioni fa parte dell’ipnosi, che si tratti di altre forme di illusioni o altri stati di coscienza, chiamati ”non ordinari”.
L’ipnosi qual è praticata dagli ipnoterapeuti consiste solo nel compiere dei cambiamenti nell’ambito dello stato d’ipnosi di base! La chiamano “ipnosi” perché sembra diversa dal sedicente stato di veglia ordinario, ma tutta l’arte dell’ipnotizzatore risiede nella facoltà di far emergere altri stati di coscienza, altri stati d’ipnosi, e non di “ipnotizzare”!
Se l’ipnosi è uno stato del tutto abituale che noi non lasciamo praticamente mai, l’ipnotismo è solo uno dei… continua la lettura su riflessioni.it