cos’è “nato”? Un concetto…
ll film ormai ben noto ‘’Truman show’’, racconta la storia di un giovane che da alcuni segnali ripetitivi che accadono nella sua vita, comincia a dubitare che quanto gli accade giornalmente, sia frutto sia di una sua reale attività, ma piuttosto di un complotto per fargli eseguire ogni giorno non tanto le ’’sue’’ decisioni, ma quelle organizzate da figure che detengono un potere occulto, ma efficace. Inoltre tutte le persone che incontra, dai familiari alla moglie, seguono le abitudini in modo naturale e questo sembra avvalorare la naturalezza delle azioni. Ci sono incontri, decessi e gioie, ma tuttavia, poco alla volta osserva, verifica, analizza, finché un bel giorno quando sente di avere finalmente una ‘’sua’’ decisione che va aldilà delle macchinazioni abituali, va perfino incontro a un mare in tempesta su un barchino a vela, ma deciso ad andare…’’oltre’’. Finalmente arriva….a un muro!! Invano gli giungono alcune grida intimidatorie da un megafono, lo si vede deciso e incrollabile, finché trova una porta che apre per trovarsi ‘’aldilà’’ e vivere la vera libertà, oltre a qualunque definizione.
Appunto…definizione, concetto, pensiero…tutto questo crea etichette che s’incollano fin dalla nascita nel bimbo ignaro, poi vi si attaccano le memorie di piacere-dispiacere che poi inesorabilmente proseguiranno nel ’’qui-ora’’ di una vita: sempre lo stesso fino a quando c’è un lampo di comprensione vera.
Non si tratta di ribellarsi, né di combattere, solo vedere che cosa siamo davvero, smantellando ogni definizione che si è incollata inconsapevolmente nostro malgrado.
Si parla tanto di evoluzione, di miglioramento della civiltà dalla preistoria in poi.
Ci sono stati periodi più sereni, ma presto arrivava un ciclone d’indottrinamento forzato sia dalla religione che dalla politica, sfociato in guerre, stermini e esecuzioni di massa. È stata questa l’”evoluzione’’?? Questo riguardava soprattutto le civiltà più avanzate e moderne, non quelle (pochissime) rimaste legate alla natura e all’amore reciproco, anche tra vegetali e animali. Sembra che lo stiano riscoprendo ora, (es. la musica emanata dalle piante e il legame tra uccelli, fiori e alberi) non gli ecologi, ma gente che già vive nella natura e – come faceva s. Francesco – parla alle piante e agli animali.
Che cosa impedisce il ritrovamento di questa serenità tanto agognata? Il senso di…separazione-IO-ALTRO che genera paura, panico e bisogno di potere (anche larvato, nascosto) e guerra.
Inoltre come non bastasse – anche se i Computer con la ‘’mondializzazione’’ si sono rivelati utili, se il fondo rimane quell’ossessione di paura-potere, ecco che ci avviamo verso la totale …robotizzazione: gli umanoidi sono già nati, non c’è bisogno di extraterrestri, lo siamo già noi!
Ma se soltanto andassimo in fondo, in fondo al… vero nucleo della nostra vita e ascoltassimo sia neuro- scienziati che saggi, ci direbbero:
– Che non vi è MAI stata origine nel mondo
– Che non esiste spazio-tempo, tranne che in apparenza, solo se legati a oggetti percepibili, che poi risultano fatti di atomi…vuoti (Einstein definì questo, scientificamente)
– Che ogni azione che noi ‘’crediamo’’ di decidere è già in orbita (per così dire) nel nostro sistema neuronale prima che un ipotetico IO ne prenda le vesti di volontà propria.
Detto questo e applicato al quotidiano, vediamo come ripetiamo -con comparse e addobbi diversi (di un teatro immaginario)- lo stesso modello che non è di milioni di anni fa.. ma solo di un adesso, adesso…. colorato in varie dimensioni e fattezze. Un soffio si azzera, un respiro sparisce e tutto dove va?
L’immaginazione – cementata sempre dalle solite paure e credi – dovuti a un ipotetico passato e un’anticipazione per un ipotetico futuro – si divertirà a creare modelli verosimili, ma fantomatici di un’ipnosi collettiva! Ecco il problema della cosiddetta dittatura, sia dai primi suoni e vocaboli indotti fin dalla nascita per sopravvivere, che dai cosiddetti ‘’potenti’’ anche loro vittime di questo abbaglio.
Si, la chiave è sempre la paura di non sopravvivere, poiché ci sentiamo deboli e divisi. Ma chi mantiene quest’angoscia? La m e n t e. Le denominazioni sono utili, ma abbagliano perché delimitano, separano ciò che non lo è realmente e sono distribuiti poi dal computer-cervello e memorizzati.
Questo dimostra che tutte, tutte! le dittature che sembrano apparse nei secoli, sono la copia ingrandita, su larga scala, della prima dittatura infantile mal digerita. Paura-potere- violenza-guerra, uccido per non essere ucciso, mantengo il potere con la paura; la disobbedienza a una chiesa crea colpevolezza, spesso martirio e… l’inferno come finale di un dopo-morte immaginario e messo come lupo mannaro alla guardia del codice stabilito.
Allora cosa si fa? Si cerca disperatamente una via d’uscita. Droga, esoter-ismi, fanat-ismi, scuole, comunità che ti promettono mari e monti quando in realtà la sola via d’uscita è appunto ‘’uscire’ dal ghetto, ma totalmente, non a metà: si verrebbe subito risucchiati nel vortice dell’obbedienza, schiavitù e…rivolta.
Non si tratta di diventare degli zombie insensibili, anzi! Si diventa più compassionevoli, ma naturalmente, poiché ‘’l’altro’’ – che sia una persona o un essere vivente è visto come sè stesso. Se qualcuno mi ferisce o fa del male, lo vedo come una parte di me che ho trascurato ed è diventata negativa. È l’ombra. Ecco il valore del metodo hawaiano di Ho’oponopono. Chiedere perdono ’’alla persona o vicenda che ci ha dato un dispiacere’’, riunisce i poli contrari ed elimina divisioni e fratture spesso irreparabili. Se ti fanno del male, non significa affatto che diventi lo zerbino rassegnato, puoi ritirarti dal gioco e recitare con
convinzione la formula ’’perdonami, mi dispiace, grazie’’. Sembra semplice, ma quando sei nel fuoco del dolore, chiedere …perdono a chi ti ha ferito o rovinato l’esistenza, non è così evidente, ma è senz’altro molto efficace!
Infine, avendo ben assimilato la realtà indivisibile dell’essere, la transitorietà degli stati di coscienza, senza ‘’lottare’’ contro l’identificazione al corpo-mente, ma vederne la relatività, dobbiamo solo evitare ogni volontà di cambiamento, miglioramento o repressione (involontaria anche): questo non farebbe che rinforzare il credo in un’identità fasulla. Solo l’ego, anche il più sottile e nascosto, può voler distruggere…l’ego!…. che poi si rivela anch’esso un concetto a cui abbiamo obbedito per una vita. Riconoscere invece quello che NON SIAMO, automaticamente ci immette nel ‘’reale’’ anche se la separazione apparente rimane. Il ‘’reale’’ è e sarà sempre INCONOSCIBILE appunto perché inseparabile: l’oggettivazione spasmodica dell’ego non lo ammette facilmente.
Spariscono quindi tutte le nozioni di karma e maya e il suo velo illusorio, che sono solo il trampolino per accorgersi del tranello. Non essendoci mai stata né un’origine, né uno spazio-tempo reale, anche il mondo mutevole e inaffidabile si dilegua. La mente tenterà di produrre paure con ‘’concetti’’ di vuoto e nulla, che si rivelano all’attenzione vigile, un trucco per rimanere in sella, ovvero nella programmazione del concepimento – nascita in cui già tutto è contenuto potenzialmente: ecco che si arriva alla conclusione che non c’è mai stato né inizio (nascita) né vita e quindi nemmeno morte. Un insieme di atomi vuoti ha preso forma, è stato ‘’educato a credere’’ a un film di gioie e orrori a cui ha dato importanza, alienandosi sempre di più per paura, la quale crea sottomissione o bisogno di manipolare, dominare, colpevolizzare, (l’altra faccia della medaglia). Significa rimanere in prigione, credendo di poter agire sul nostro (apparente) esterno.
Incentivare la creazione di gruppi, comunità, centri, organizzazioni, anche le più spirituali, assieme a rituali e pratiche definite e accomunanti, è un modo di mantenere il senso di appartenenza o protezione e di camuffare meglio un ego ben celato sotto le coltri del gruppo e che si sentirà avvalorato e protetto sottilmente, invece di dissolversi totalmente alla luce della Realtà, solo velata da maya.
U.G. Krishnamurti diceva spesso: -Sono Tutto Solo! – e così potremo dirlo se finalmente ci liberassimo dall’unica vera dittatura, quella mentale.
La vera rinuncia non è quella ai beni materiali o intellettuali(!) (può ancora essere un trucco mentale), ma ai falsi concetti, è totalmente interiore, che gli oggetti (o persone) rimangano o no. Nessun progresso è possibile, solo spogliarsi dalle illusioni: QUELLO che resta è quello che siamo sempre stati.
Ritroviamo quindi il…nulla per accorgerci che siamo già il TUTTO (senza concetti!).
Non siete ciò che sapete (irreale), siete prima della coscienza. Sia Nisargadatta che…s. Francesco arrivano alla stessa conclusione:
‘’Il cercatore è il cercato, è già quello che sta cercando’’.
Anche la devozione incondizionata, la bhakti verso l’essenza del sat-guru (Puro Assoluto) è uno sprone notevole. Nisargadatta la praticava in memoria di Siddharameshwar suo maestro.
Si tratta, in due parole, di non credere a un ‘’risveglio personale’’, di de-programmarsi da un intelletto bloccante, di disimparare le vecchie lezioni, per infine sparire come un…palloncino sfuggito alla mano di un bimbo che presto lo perde di vista.
Sul muro di una casa a Bienne(CH):
il 25 febbraio 1627, qui non è successo nulla.
(e sotto)
Anche qui.
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