Quanto ci racconta, in francese, Claire Severac ne ’’La guerra segreta contro i popoli’’- https://m.youtube.com/watch?v=KeI3PB41B_s in un video accurato, sul potere occulto che da tanti anni cerca di sottomettere l’umanità per robotizzarla, asservirla e sterminarla, come in un genocidio globale, mille volte superiore a quello del nazismo e al massacro di Armeni, Indios ecc. nei secoli passati, è molto interessante. Dimentica… però il fatto principale:
Questo succede nella fascia industrializzata, di culture occidentali e orientali votate al progresso tecnologico o cosiddette ‘’più civili’’ e che è stato educato in un certo modo, tra scuole, religioni e culture simili.
Le culture “aborigene”, australiane, inuit o dei deserti africani o mongoli ne sono state pressoché immuni o le storie di bambini allevati da animali che non si sono mai più adattati al cosiddetto “vivere civile”.
Una cosa poi tra le più importanti è che questo quadro di “stra-potere”- che di questi tempi(?)si manifesta subdolamente(quasi un ricatto basato sulla paura) con le vaccinazioni – che poi non lo sono realmente, ma sempre più ovviamente obbligatorie, non è di fondo il frutto di questo potere occulto e arbitrario che da un lato ci avvelena senza possibilità di difesa, ma viene invece dalla VITA stessa, del potere della coscienza divina che tutto decide e che noi abbiamo sempre creduto di poter controllare: lo stra-potere è solo in mano di burattini o cavie ammaestrate. Decidiamo forse di essere…concepiti da un ovulo e sperma a una data precisa? Decidiamo forse di nascere (belli o deformi) un certo giorno e ora? Decidiamo forse d’incontrare X o Y, di avere un incidente o una vincita favolosa? Tutto è GIÀ contenuto nel nostro DNA ed è stato provato scientificamente che il nostro sistema neuronale ha già deciso ancora prima della nostra decisione consapevole, non fosse che quello di alzare la mano a un certo momento. Un’altra prova irrefutabile è il nostro tema astrologico di nascita, l’ologramma in cui già sono contenuti i nostri genitori (proiezioni certo, ma vissuti), coniugi, partner, professioni, malattie o incidenti, non tanto come “possibilità” ma come realtà già presenti. Infatti le previsioni, le chiaroveggenze di alcuni individui non sono ‘’visioni di esseri particolarmente dotati’’, ma sono già presenti in sintesi nel bozzolo del concepimento-nascita del neonato.
Sempre scientificamente provato è il fatto che lo spazio-tempo si è dimostrato apparente, illusorio: sono concetti che mostrano come la mente è incapace di vedere tutto simultaneamente, nell’ attimo, ma solo linearmente (causa-effetto apparente). Se tolgo tutti i mobili della stanza, se la casa è distrutta, dov’è sparito lo spazio: sono gli oggetti presenti che creano il concetto di luogo e tempo, altrimenti non potrebbero apparire. Per chiarire meglio aggiungo:
– L’Assoluto è descritto come infinito e eterno, ma sono ancora concetti, come se esso fosse qualcosa di separato o oltre di noi, ma l’infinito include tutto e non ha opposti né confini: l’infinito non ha spazio ed è presente in ogni punto dello spazio e quindi per l’Infinito ogni singolo punto di spazio è assolutamente QUI. Si usa la metafora dello specchio che tutto riflette, ma non ne è mai separato e rimane intatto. Ogni oggetto è quindi Assoluto… se non lo si nomina. In ogni modo se parliamo della Realtà, possiamo solo usare concetti che però devono sparire subito. Anche lo spazio si rivela inesistente nell’Infinito poiché esso si trova tra soggetto e oggetto, io e la pagina ecc., sembra reale, perché lo vedi separato e pensi che il tuo ego sia reale. Alla fine arrivi alla conclusione che di fatto ‘’sei’’ quello che osservi. La separazione tra il vedente e il visto è una sottile illusione. Il Sé non conosce l’universo a distanza, ma lo conosce essendolo, senza alcuna traccia di spazio. Ciò che è senza spazio deve essere infinito.
Lo stesso dicasi per l’eternità come per l’infinito, presente in ogni punto del cosiddetto spazio: l’eternità è presente in ogni istante del tempo. Dal punto di vista dell’eternità, tutto il tempo è ADESSO, come per l’infinito ogni spazio è QUI: quindi se tutto il tempo è adesso, allora passato e futuro sono illusioni e la sola realtà è il presente. Tutti i grandi saggi dell’oriente e dell’occidente (anche Meister Eckhardt, S. Tommaso, Dante) concordano senza mai essersi conosciuti, che tutto è solo simultaneo in Dio o l’eternità.
-Tempo senza origine e il momento presente sono la stessa cosa.-(Huang Po).
La meccanica quantistica ha messo in evidenza che spazio-tempo-oggetti sono un “continuum”. Lo spazio non può esistere senza oggetti e gli oggetti non sono percepibili senza la “durata” (tempo) e viceversa, senza oggetti che durano… non ci sarebbe tempo: oggetti e tempo quindi sono un’unità. L’irrealtà del tempo implica l’irrealtà degli oggetti individuali! Inoltre il pensiero (concettuale) procede in modo sequenziale, successivo, uni-dimensionale, mentre il mondo reale è multi-dimensionale, non-successivo e simultaneo: è come vedere un magnifico paesaggio attraverso una sottile fenditura o vedere un bel dipinto con un microscopio. Si tratta di ricordare che le ” cose ” sono prodotte dai pensieri e non entità vere che compongono l’universo… la “cosa” è solo un pezzetto di attenzione selettiva su una piattaforma inseparabile ignorata. Il pensiero è lineare e non può percepire tutto allo stesso tempo e così consideriamo ogni evento, come quello dell’avvicendarsi della natura, in modo successivo, causale, dall’ieri al domani, dimenticando che è solo la nostra mente a produrlo. Inoltre tutto questo è coagulato dalla ”memoria”, poiché senza memoria, non vi è tempo. Che sia espresso da S.Agostino o da Alan Watts o dal noto fisico Schrödinger, (“il presente è la sola cosa che non ha mai fine”), noi non siamo mai coscienti di un vero ‘’passato’,’ siamo solo coscienti di un quadro mnemonico del passato e la memoria stessa esiste solo nel presente. Lo stesso dicasi per il futuro, che è solo un’aspettativa legata anche alla memoria… anch’essa presente ora. Si verifica anche che tutto questo è prodotto dal timore e dal bisogno di evitare la morte. Nessuno ha mai trovato l’inizio del tempo e quindi l’origine dell’universo. Arriviamo quindi alla conclusione che in questo momento sei la pagina che legge… se stessa! L’osservatore è l’osservato. Si arriva quindi al risultato che se cerchi te stesso troverai il Sé universale sempre presente. Ecco perché si suole dire l’Inconcepibile e l’Irraggiungibile, ecc. poiché non puoi concepire (sapere = dividere) o raggiungere QUELLO che GIÀ SEI! NON SIAMO MAI STATI INTRAPPOLATI IN UN CORPO Né NEI CONCETTI.
Non c’è dunque mai stata origine poiché anche il famoso Big Bang doveva prodursi con elementi GIÀ presenti… prima, ma prima ancora…?
Risultato. Viviamo in un mondo di sogno, un miraggio nel deserto: sembra davvero acqua da lontano, ma poi avvicinandosi, si rivela vuoto! Come il fisico che osserva gli atomi di cui è costituito un corpo o le galassie e si accorge che sono fatti di… vuoto (ancora un concetto da superare poi) e conclude che ”Se non c’è osservatore, l’atomo è un fantasma!!!” Siamo “OLTRE lo zero”, del resto la parola “cifr” in arabo – come molti sanno già – significa… ZERO, ma da esso derivano tutte le cifre o numeri di cui è fatto il mondo della…mente. La cosiddetta materia si rivela ancora una volta un miraggio. Bene-male sono sempre insieme nell’apparente dualità. La Realtà, assoluta e inconcepibile (visto che è indivisa e oltre la mente) è …oltre quella.
Per finire: non bisogna MAI dimenticare la Realtà che soggiace a quanto accade…da sé! E agitarsi per questo o quello o per quanto accade perché è evidente:
che non è l’uomo a decidere
Che è solo UN FILM AL RALLENTATORE!!!
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(Aggiunte di brani da varie fonti anonime, con miei commenti, ma senza cadere poi in ”presupposti esoterici” o altro)
In questo periodo, unico nella storia di questo pianeta, un grande miracolo sta avvenendo nella vita delle persone, il risveglio della coscienza, per costoro la vita non sarà mai più la stessa. Uomini e donne si stanno riconnettendo con il loro centro, molti soffrono perché non si sentono più parte della società, incompresi nella loro ricerca di evoluzione, provano un allontanamento da familiari amici e tutto ciò che li circonda. La propria famiglia fa fatica a comprendere i loro cambiamenti così radicali, questo è il risultato di grosse trasformazioni interiori a livello di DNA e coscienza, per un certo periodo: si sentiranno come se stettero camminando tra due mondi, poiché la loro consapevolezza è in una nuova energia e il corpo talvolta rimane indietro. C’è una sensazione di solitudine anche in compagnia di altre persone.
Sentire il bisogno di solitudine e di passare più tempo in mezzo alla natura per aiutare la nuova energia a radicarsi, perdita di passioni, poco o nessun desiderio: questo fa parte del processo. Accettare questo momento, questo passerà, è simile alla riprogrammazione di un computer, che bisogna spegnere per un breve periodo. C’è desiderio di condividere scoperte e verità con gli altri. Rinnovata capacità di comprendere i misteri nelle parole e scritture. Distacco dai mezzi di comunicazione negativi, predilezione per un’alimentazione più consapevole e naturale, maggiore tolleranza verso il prossimo e le differenze. Desiderio profondo di libertà, rifiuto totale di qualsiasi schema o programma sociale limitativo o ingannevole, consapevolezza che siamo tutti interconnessi e tutti l’UNO. C’è da sapere che non siamo né soli né pazzi, ma milioni di persone nel mondo condividono questo risveglio.
Più si osserva il comportamento degli esseri umani, più si nota che la stragrande maggioranza di essi è fatta di dormienti, che non desiderano destarsi dal proprio dolce sonno, e nemmeno dai propri incubi; che vogliono continuare a dormire, a dispetto di tutti, anche se la casa in cui vivono sta prendendo fuoco, che non provano alcuna gratitudine nei confronti di chi cerca di destarli, anzi al contrario, nutrono verso di loro inimicizia, e al tempo stesso applaudono i “malvagi pifferai che favoriscono i loro sonni e il loro sognare”.
Per i risvegliati, che cominciano a rendersi conto della natura illusoria del mondo, mentre suscitano invece nei più, compiacimento e desiderio di imitazione, il problema è che cosa fare in un sogno totale, di paura per la verità, di qualunque voce che sia fuori dal coro? Il gregge teme la solitudine e… l’ignoto.
Ma è forse giusto che il risvegliato cerchi di imporre ai dormienti la verità, se essi le preferiscono, invece, un mondo di menzogna; o si cerchi di convincerli, se ciò che essi vogliono è tutt’altro? …
Certo, il giardiniere strappa le erbacce che invadono il suo giardino; ma il mondo non è un giardino, e ogni visione del mondo ha diritto di sussistervi: anche quella che appare come manifestamente erronea. Sopprimere le visioni erronee non è compito del risvegliato; ma offrire a chi si affaccia alla ricerca, gli strumenti per valutare il giusto o lo sbagliato: dopo di che, ciascuno deve assumersi la responsabilità del sentiero che intende seguire.
Nessuno può venire costretto ad essere virtuoso; nessuno può venire costretto a cercare la verità, se non la desidera e se ad essa preferisce la menzogna.
D’altra parte, per chi si ritiene di essersi destato, si trova esposto alle collere dei dormienti: il più spesso quelle di coloro che sono stati forzati ad aprire gli occhi per cogliere la verità… in realtà inconcepibile.
È una questione di sopravvivenza e di paura.
La storia ci offre sin troppi esempi di saggi, i quali sono stati crocifissi da una moltitudine che non voleva essere illuminata, che desiderava continuare a vivere nelle tenebre. E la moderna società di massa è la società dei ciechi e dei dormienti per eccellenza: è il vertice dell’attuale Kali Yuga, della Età Oscura nel ciclo della vicenda cosmica.
Nessuno è disposto a modificare la propria concezione del mondo, o a lavorare seriamente su sè stesso, se non sulla base di una profonda e sentita esigenza interiore; e quest’ultima non potrà mai venire da un agente esterno, se non in coincidenza con un impulso interno.
Le persone sono disponibili ad affrontare un salto, oltre i concetti inculcati dall’infanzia per un’evoluzione spirituale, solo se, e quando, decidono di prendere coscienza del problema; ossia, in genere, quando si rendono conto, non solo di essere insoddisfatte della propria vita attuale – ciò che accade a molti -, ma di essere disposte a mettersi in gioco per uscire dal punto morto in cui si trovano.
In quella fase, e solo in quella fase, un evento esterno può fungere da detonatore della loro crisi benefica e affrettare una presa di coscienza: può essere l’incontro con una persona buona e saggia, o con un libro, o con una situazione inconsueta e stimolante (magari anche in apparenza negativa, come una malattia o il distacco da una persona cara).
Viceversa, se il momento non è giunto e la persona non è ancora pronta, nessun saggio, nessun libro e nessuna situazione stimolante potrebbero innescare una evoluzione spirituale; “come dice il Libro dell’Ecclesiaste, vi è un tempo per ogni cosa: per parlare e per tacere, per dormire e per vegliare, per vivere e per morire.” E, così come la natura fisica non fa salti, la stessa cosa per l’anima: il suo processo evolutivo non può essere forzato.
“Questo, difatti, è l’errore di fondo di tutte le rivoluzioni politiche e sociali: pensare che il mondo possa diventare migliore, una volta che si sia compresa una formula e la si sia messa in pratica, indipendentemente dalla vita interiore delle persone. Ma se non c’è una evoluzione spirituale, nessuna formula, per quanto perfetta in teoria, potrà rivelarsi capace di rendere il mondo migliore; al contrario, la storia è piena di esempi di formule ideali che si sono trasformate in terribili strumenti di oppressione e di malvagità, trovandosi nelle mani di persone che non avevano saputo compiere alcuna evoluzione interiore.”
Per la persona che sia disponibile ad aprirsi, a evolvere spiritualmente, la vita offre infinite occasioni di sviluppo, purché le si sappia vedere.
Un disturbo fisico, ad esempio, è un segnale che il nostro corpo ci manda, e che contiene informazioni preziose circa la disarmonia presente nella nostra vita. Alla fine ogni disturbo fisico è riconducibile alla sensazione primitiva di base; ed è veramente sconcertante vedere come la grande maggioranza degli esseri umani si disinteressa del problema, sforzandosi di mettere a tacere il sintomo – ossia il campanello d’allarme -, invece di andare alla ricerca del problema profondo che il corpo ha segnalato.
“Peggio ancora: se il disturbo persiste, moltissime persone si affidano ciecamente a farmaci e a medici, come se farmaci e medici potessero sostituirsi alla doverosa presa di coscienza del proprio problema; e le stesse persone che delegano in questo modo la salvaguardia della propria salute, firmando una cambiale in bianco nei confronti dell’apparato sanitario ufficiale, sono poi quelle che esigono di occuparsi in prima persona, e fin nei minimi dettagli, di cose assolutamente banali e secondarie, come la scelta del nuovo modello di automobile da acquistare o l’intervento di chirurgia estetica per aumentare le dimensioni del seno.
Un altro esempio di questa tendenza a delegare le questioni davvero rilevanti ad agenzie esterne, è offerto dalla politica. La grande maggioranza delle persone non si informa adeguatamente di ciò che attiene a questa sfera e preferisce firmare una cambiale in bianco ai partiti, i quali mandano in Parlamento i loro uomini di fiducia, una legione di «yes-men» dalla schiena flessibile, fedeli esecutori delle direttive ricevute dalle rispettive segreterie.
Un discorso analogo si può fare per la pubblica amministrazione. Il risultato è che i nostri sindaci e assessori, che si muovono nella sfera del quantitativo e di ciò che ha un alto grado di visibilità (indipendentemente dalla sua efficacia), difficilmente riescono a concepire delle soluzioni innovative per i problemi che devono affrontare.
Un pezzo grosso dell’amministrazione provinciale, ora divenuto ministro, qualche tempo fa propose di porre rimedio all’alto numero di incidenti mortali del sabato sera, facendo tagliare migliaia di platani lungo una storica strada provinciale: come se il problema fosse quello dei platani (i quali, comunque, hanno anch’essi il diritto di vivere) e non quello di uno stile di vita sbagliato e di uno scarso senso di responsabilità da parte di molti giovani.
Il buddismo e Julius Evola suggerivano che, in tempi di Kali Tuga, l’unica cosa da fare è imparare a «cavalcare la tigre»: ossia, anziché opporsi frontalmente ad una situazione negativa generalizzata, sfruttare la corrente, per riuscire a volgere a proprio favore le stesse caratteristiche di quella situazione, allo scopo di preservare il bene della propria interiorità. Il metodo di Ho’oponopono del dr. Len ne mostra l’evidenza. https://www.isabelladisoragna.com/articoli/hooponopono-autentico/
Sia come sia, che impari a cavalcare la tigre, oppure che si abitui ad assecondare la corrente, il risvegliato ha la piena consapevolezza di non essere un superuomo e di non poter modificare, egli solo, una determinata situazione, diffusa nella società in cui egli si trova a vivere; e, inoltre, che non sarebbe saggio cercar di forzare l’evoluzione spirituale degli altri esseri umani, per le ragioni che abbiamo detto più sopra.”
Che cosa fare, allora? semplice.
Primo, dovrà proseguire incessantemente a lavorare su sè stesso: perché il proprio risveglio spirituale (o meglio il salto quantico “oltre l’irreale’’ nel sempre presente dappertutto) si rivela più impegnativo, man mano che una persona vi si addentra.
Secondo, offrire come può, una diversa prospettiva a coloro che gli stanno intorno e che gli sembrano aperti ad un cambiamento, ma senza illudersi di vederli cambiare dall’oggi al domani e senza attendersi gratitudine, né amicizia; ma, al contrario, aspettandosi incomprensione, o ostilità.
In ogni caso, egli sa che le cose accadono quando è giunto il tempo in cui devono accadere: non un minuto prima, né un minuto dopo.
In ciò consiste l’armonia del tutto: che ogni cosa è come deve essere; e che quelle cose, le quali ci appaiono negative, in realtà sono tali solo nella misura in cui noi non siamo in grado di farne un’occasione per vedere il falso e lasciarlo.
In altre parole, la disarmonia è in noi, non nel creato; è nostra la responsabilità di non essere abbastanza lucidi da gestire in maniera responsabile e proficua le occasioni che la vita ci offre, per quanto esse possano presentarsi, talvolta, nella rude veste di eventi dolorosi.
Il risvegliato, pertanto, è colui che, ad un certo punto, decide di cogliere le occasioni che la vita gli offre per riprendere possesso di sé, per tornare ad essere il vero protagonista del proprio agire e ricollegarsi con il tutto che già È: il Sé universale.
È colui che decide di non dare più ad altri la delega in bianco di ciò che lo riguarda in prima persona; di ascoltare i segni e di imparare a riconoscere gli avvertimenti.
Il mondo è pieno di segni, la vita è piena di avvertimenti. Si può dire che non vi è persona, situazione o evento che noi incontriamo nel nostro cammino terreno, che non costituiscano altrettanti segni, indicazioni, suggerimenti o stimoli.
Tutto ci parla, se siamo disposti ad ascoltare; ma, naturalmente, per saper fare questo, bisogna prima imparare a fare silenzio. Troppi rumori inutili, fuori e dentro di noi, ci impediscono di udire l’essenziale; la cacofonia dei rumori inutili e disarmonici c’impedisce di udire e di godere del magnifico concerto dell’Essere.
Finché continuiamo a dormire, i nostri orecchi sono chiusi all’armonia dell’Essere e i nostri occhi sono chiusi al suo splendore.
Impariamo ad aprire occhi e orecchi, per noi che siamo immersi nel sonno.
L’unica luce del giorno è quella che ci trova ben desti, pronti e desiderosi di accoglierla in noi.