Cosa fanno quelli che sono già nel Percorso del Risveglio?
Non hanno più bisogno di dimostrare a qualcuno il loro valore perché sono già
consapevoli di averlo;
Non hanno più paura dell’ignoto, del vuoto, della solitudine;
Non hanno più bisogno di controllare gli eventi, gli altri o sé stessi;
Credono nell’esistenza di un mondo di energie, che le loro credenze creano la loro realtà,
quindi stanno ben attenti alle parole che usano per descrivere la loro realtà;
A loro piace stare spesso da soli, in compagnia di animali, della natura o dei libri, stanno con
altre persone solo se si sentono bene nel farlo e non per scacciare la solitudine;
Sono consapevoli di avere uno scopo nella vita e agiscono per trovarlo e
raggiungerlo;
Accettano ciò che sono senza più combattere contro sé stessi per cambiarsi;
Sono consapevoli di dover sanare le proprie ferite attraverso i processi del perdono verso sé
stessi e gli altri.
Non si sentono vittime ma bensì responsabili per ciò che accade nella loro esistenza,
sono autodeterminati e padroni di sé stessi;
Non riescono più a guardare la televisione (o guardano contenuti molto selezionati);
Sono liberi dalla schiavitù dei doveri, delle aspettative altrui e di quelle sociali, e fanno solo ciò
che davvero serve al loro benessere;
Sono liberi da giudizi ed auto-giudizi;
Percepiscono la presenza divina ovunque e tutto diventa unità divina.
SCINTILLE Di VUOTO…
La poesia è un traghetto
per l ’infinito qui.
La preghiera un ponte
per l’eterno ora.
La vera felicità. . .
è senza di me.
Togli il nome alle cose. . .
quel che resta,
è… ciò che è.
Il castello di carta
del mondo crolla in me:
un punto senza dimensione.
Il suolo che sostiene
il vento che respira
il sole che riscalda
l’acqua che scorre,
sono incollati
a questo centro senza nome né forma.
Passeggio con le stelle
in tasca
il sorriso e il pianto di un bimbo
in seno.
Chi sono allora? Una libellula, un pesce. .
una bugia. . una carezza?
Non sono
che una fugace immagine
nell’azzurro
dell’istante.
…………………………………………
La mia casa: una voragine di ovatta
in cui sprofondo,
più il mio cuore apre
le sue porte di nebbia.
Il mio sparisce e l’Infinito s’impone.
Nessuno m’aspetta, eppure
il mio cuore batte
in quest’attesa.
Nessuno mi parla, ma
l’Ignoto mi rivolge un saluto:
ha il viso un’ accattone felice.
La vallata si sveglia e si stira
con il fumo dei camini accesi.
Il volo degli uccelli
è una chioma sparsa.
Una nuvola la pettina
per la festa misteriosa
senza principio né fine.
Il risveglio fa esplodere
scintille di coscienza
frantumata in milioni di forme,
farfalle effimere
giganti centenari:
tutto ritorna
all’istante del risveglio.
Non ho né padre né madre:
Il padre e la madre
sono nati da me.
…………………………………………
Perdo un sostegno sono infelice.
Perdo tutti i puntelli
sono la Felicità.
Libera, libera, libera;
ecco parlo dalla tua bocca,
ascolto dalle tue orecchie.
Nulla mi sfugge di questo sogno vivente
che mi circonda.
Ti muovi corpo, una barca sull’onda.
Lo spirito ha gettato l’ancora.
Giocano i pensieri, creatori di città, di gente.
Vigile attaccato alla roccia, è cio che sono.
Guardo, eppur son questo sguardo
ora innocente ora malvagio.
Cammino eppur sono questi passi.
Voci squillanti di bimbi, sospiri vecchi
escono dalla mia bocca silenziosa.
Mi credevo povero, possiedo le galassie.
ma è un segreto che mi è costato la vita.
Sono scesa in fondo all’anima mia:
ho trovato Dio.
E quando ho trovato Dio
ho trovato il mio vero Viso.
Risposta a Emily Dickinson (Silenzi)
Oh meraviglia! oh stupore!
Non c’è nessuno ad osservar “qualcuno”.
L’occhio col cielo si fonde:
si celebran le nozze!
………………………………………..
Stella lontana rallegrati,
che oggi in quest’istante
creata sei dall’occhio
innocente di questo bimbo.
Mai più potrai esserlo con tanta trasparenza.
Guardo in fondo al pozzo
e vedo il mio apparire.
Mi sporgo per meglio vederlo e cado nel pozzo.
L’immagine a pezzi
l’Ineffabile Sorgente
mi rivela.
Il cuore mio scoppia:
schegge multicolori.
Il sole, il cielo, il paesaggio
si forman da quelle
e cosi il viso tuo
accanto al mio.
Il pavone che ha visto la luna
alzarsi dal lago
non è lo stesso che guarda
il suo calar dietro la vigna
La porta socchiusa
lascia passare
l’ombra che credo mia.
“Non temere amor mio:
quando non sarò più qui
sarà l’ape che bottina la rosa
a rivelar mia presenza.
La nube negli occhi tuoi seri
sarà il mio sguardo più dolce.”
“Non ho paura amor mio:
quando non sarai più qui
sarà il fringuello
a cantar la canzone,
una vela bianca il sorriso
dell’anima tua.”
……………………………………….
Il gomitolo della vita?
…un istante
stirato dal filo del tempo.
Divisa ero dal mondo, avea paura:
l’universo ora s’incolla
alla mia pelle.
Ogni sorriso ogni lacrima
è mia.
Naufraga ero nel mar dell’angoscia:
gioco con l’onda di vita com’è.
I suoni e il silenzio
si sono al fin ritrovati.
Danzo al ritmo della vita
attenta ad ogni passo
ascolto ogni nota . . .
Se perdo la cadenza
l’abisso da Te mi separa.
Segretamente ritiro
la mia presenza dal mondo.
Il corpo si muove, ride,
fa smorfie di dolore.
Marionetta tra le altre
davanti alla cinepresa
della coscienza che sorride.
Eppure sono ogni gesto
e cosi il suon delle campane
ed il tremor della tua voce
e il lamento del bimbo
nel sogno meridiano.
Dov’è la Bellezza?
Vibra in fondo al cuore:
le forme l’annunciano
soltanto.
………………………………………..
L’ infinito s’apre a Ravello:
la terrazza si slancia
sulle vigne, le chiese, il mare.
Il grido di una rondine
fa tremar il pino
più che centenario.
Il suon delle campane
mi ricorda l’Istante.
Una finestra aperta
di paesaggio mi riempie,
arcobaleno di forme.
L’incolore che sono, le sposa:
l’esplosion della vita ora può cominciare.
“Deserti” aprile 1993
Ho perso il mio viso:
al suo posto, l’oceano
di stelle ti sorride.
Tempesta di sabbia,
oceano di granelli
che insabbiano care illusi,
memorie, abitudini,
opachi veli alla purezza
dell’Infinito che sono.
Calore opprimente, mosche in delirio
si dissolvono in una risata.
“Cosi sia” è la magica formula.
Non fare, non aspettare,
esser qui,
la semplicità dell’Eterno.
……………………………………….
E’ venuta la prima neve:
tra i rosai saltella il pettirosso
ebbro tra luci metalliche.
Le nubi del tramonto
accendon la scena un momento.
Il silenzio della notte li avvolge.
L’anima mia si perde in quella quiete.
Rondoni sfrecciano
tagliando il cielo di porpora.
L’eco delle case li accompagna.
Suona la campana della sera
per accogliere la notte.
Carillon di rugiada
l’alba mi canta.
La rosa schiude
i suoi petali d’amore.
Carillon di profumi
i vespri mi cantano.
La rosa regala
l’ultimo petalo alla notte.
L’universo intero
è in questo bicchiere.
Una lente si diverte
a ingrandirlo a dismisura:
disegna spazio, misura tempo.
Ora si è spezzata:
Svanito è il sogno.
L’aria che respiro
è mia o ti appartiene?
Questo senso di essere
è mio o lo possiedi tu?
In riva all’acqua
il mio viso trema
al sospiro del vento.
Come posso amarti?
Io sono…Te!
………………………………………
INNO ALL’AMORE
Vorrei possedere tutto l’oro del mondo
per deporlo sul tuo altare, amore.
Vorrei essere la più bella tra le belle
per offrirti quest’armonia, amore.
Vorrei diventare il più possente dei maghi
per sacrificarti, felice, tutte le magie, amore.
Vorrei conoscere tutto il conoscibile
per bruciarlo nel tuo turibolo, amore.
Vorrei… vorrei..: ma cosa posso darti ancora
tranne me stessa, amore?
Vuoto l’acqua del lago
e mi ritrovo oceano.
Sono il Silenzio
da cui sorge il rumore
Sono il Cielo azzurro
dove passano le nubi
Sono l’Oceano
su cui oscillano le onde
Sono la Luce da cui appaiono le forme
Sono l’Amore
che abbraccia la violenza
Sono la Vacuità
da cui sgorga il Tutto.
Svegliarsi al sogno di giorno
tornare al sonno la sera.
Veglia la Presenza
all’alternarsi
di mondi effimeri
colorati dal tempo,
in apparenza corposi
ma fragili specchi
di un’unica Luce.
………………………………………
Son cinquant’anni che dico “adesso”.
Adesso, lo sguardo innocente
tra braccia materne.
Adesso, la scuola e le ore
di noia e d’ilari giochi.
Adesso, i passi di danza
che accendon le gote.
Adesso, l’addio disperato,
la nascita e il lutto…
E’ adesso che sorge la luna,
profumata dal gelsomino.
Dietro il velo
Sono ciò che contiene
tutti i sogni possibili
degli uomini
nel sonno e nella veglia.
Le battaglie passate
gli incontri a venire
i paradisi perduti
e ritrovati
Sono colui che crea ed il creato.
Il mio viso:
è il tuo.
Al di là dello specchio
Come Alice mi tuffo: L’incognita della vita,
la mia avventura.
Là dove tutti i mondi
impossibili si raggiungono,
ecco la mia patria.
Scrivo la mia penna
leggo i miei occhi.
Respiro la terra,
nuoto nell’aria.
Il si e il no son gemelli.
Il tempo ora si ferma.
Lo spazio è sparito.
Il mondo è il mio vestito
di stracci multicolori.
………………………………………..
Cuore aperto dell’io
E’ l’alba.
E qui nel cuore batte
l’universo intero.
Con questa voce canta un merlo.
Una nuvola di corallo gli occhi
il profumo d’un fiore le narici
Cento suoni, mille visioni
respirano da questo petto.
E si spengono in lui.
Il tramonto ora rivela
la pietra incandescente del cuore.
La notte ritma la lenta marea
sempre nuova
dell’infinito Essere che se stesso crea.
Ora, un grillo esita
ad iniziare il concerto.
Sono e non sono:
non vi è dilemma,
ma trasparenza.
La parola vela
il cristallo dell’Ineffabile.
… e la fenice risorge dalla cenere …