Da appunti e riassunti tradotti di KEN WILBER (TIME-ETERNITY, SPACE-INFINITY)
Se parliamo di Realtà come Coscienza non-duale, crediamo che la coscienza sia qualcosa legato alla soggettività, ossia che la coscienza non appartenga a ciò che stiamo osservando, gli oggetti, come questa pagina, ma a me stesso come soggetto conscio di questa pagina: ecco la perfetta intrinseca dualità. Ma la coscienza è in definitiva la Realtà, che è effettivamente non dualistica e non una contrapposizione soggetto-oggetto relativo, ma ASSOLUTA SOGGETTIVITÀ, al di sopra del dualismo soggetto-oggetto. Oggettivando le cose non ci accorgiamo che le trasformiamo in SIMBOLI. Anche lo Spirito diventa oggetto e diventa simbolo. L’Assoluto è reale, ma la cultura e la vita sociale sono simbolici e non hanno realtà: questo Assoluto non è un soggetto come l’ego, lo si chiama così perché suggerisce solo una DIREZIONE INTERIORE, il centro del nostro essere, così profondo che si riunisce nell’Unicità. Se raggiungiamo quel centro(che è noi stessi sempre) non troviamo più alcun dualismo: possiamo solo osservare totale silenzio innominabile. Quindi non basta considerare di non essere un corpo o una mente e di distaccarsi,(la mente ci gioca!)ma partire dalla ‘persona’ e sprofondarvi dentro, accogliendo ed entrando nelle memorie viscerali che hanno costruito un ego coi suoi conflitti e tragedie e da ultimo quest’ansia di ritrovare un paradiso perduto. Il Sé appare alla mente come ‘soggetto ultimo’, e lo si cerca….ma in questo modo lo si oggettiva, diventa un oggetto definibile! In realtà non lo si può oggettivare tranne nel relativo, mentre svanisce del tutto nell’Assoluto sempre presente e reale che siamo. Ramana Maharshi diceva che il Sé non potrà mai essere conosciuto tranne che da se stesso: non è né il vedente né il visto. Che cosa è cosciente in me che può leggere questa pagina? Huang Po diceva che il percipiente non può essere percepito, se lo è, non può essere ciò che sta percependo. Questo invisibile percipiente è la Realtà e il conoscitore di tutti gli stati di coscienza(veglia, sonno e sogno), pervade l’universo, ma nulla lo penetra.
-La mente prima che pensi a se stessa-(Plotino). Ramana lo chiamava l’IO-IO’ testimone di tutto, senza separazione alcuna. Hui-Neng:- Non viene alla luce con l’apparizione del corpo, né sparisce se questo si disintegra. Invisibile, è soffuso in tutti i movimenti dell’individuo. Gli hanno dato tanti nomi, il Dharmadhatu, Sunyata, Tao, Brahman di cui non si può pensare, perché è quello che esprime il pensiero, non può essere osservato perché è quello che compie l’osservazione. Ci separiamo quindi dagli oggetti(simboli) esterni e creiamo un ego immaginario, la radice di ogni altra illusione. Il fuoco non può bruciare se stesso. I concetti e gli oggetti sono sinonimi: in realtà ci accontentiamo di simboli prendendoli per realtà.
L’Assoluto è poi descritto come infinito e eterno, ma sono ancora concetti, come se esso fosse qualcosa di separato o oltre di noi, ma l’infinito include tutto e non ha opposti né confini: l’infinito non ha spazio ed è presente in ogni punto dello spazio e quindi per l’Infinito ogni singolo punto di spazio è assolutamente QUI. Si usa la metafora dello specchio che tutto riflette, ma non ne è mai separato e rimane intatto. Ogni oggetto è quindi Assoluto… se non lo si nomina. In ogni modo se parliamo della Realtà, possiamo solo usare concetti che però devono sparire subito. Anche lo spazio si rivela inesistente nell’Infinito poiché esso si trova tra soggetto e oggetto, io e la pagina ecc. sembra reale, perché lo vedi separato e pensi che il tuo ego sia reale. Alla fine arrivi alla conclusione che di fatto ‘’sei’’ quello che osservi. La separazione tra il vedente e il visto è una sottile illusione. Il Sé non conosce l’universo a distanza, ma lo conosce essendolo, senza alcuna traccia di spazio. Ciò che è senza spazio deve essere infinito.
Lo stesso dicasi per l’eternità come per l’infinito – presente in ogni punto del cosiddetto spazio – l’eternità è presente in ogni istante del tempo. Dal punto di vista dell’eternità, tutto il tempo è ADESSO, come per l’infinito ogni spazio è QUI: quindi se tutto il tempo è adesso, allora passato e futuro sono illusioni e la sola realtà il presente. Tutti i grandi saggi dell’oriente e dell’occidente(anche Meister Eckhardt, S. Tommaso, Dante) concordano senza mai essersi conosciuti, che tutto è solo simultaneo in Dio o l’eternità. -Tempo senza origine e il momento presente sono la stessa cosa.-(Huang Po). La meccanica quantistica ha messo in evidenza che spazio-tempo-oggetti sono un “continuum”. Lo spazio non può esistere senza oggetti e gli oggetti non sono percepibili senza la “durata”(tempo) e viceversa, senza oggetti che durano…non ci sarebbe tempo: oggetti e tempo quindi sono un’unità. L’irrealtà del tempo implica l’irrealtà degli oggetti individuali! Inoltre il pensiero(concettuale) procede in modo sequenziale, successivo, uni-dimensionale , mentre il mondo reale è multi-dimensionale, non-successivo e simultaneo: è come vedere un magnifico paesaggio attraverso una sottile fenditura o vedere un bel dipinto con un microscopio. Si tratta di ricordare che le ”cose” sono prodotte dai pensieri e non entità vere che compongono l’universo… la “cosa” è solo un pezzetto di attenzione selettiva su una piattaforma inseparabile ignorata. Il pensiero è lineare e non può percepire tutto allo stesso tempo e così consideriamo ogni evento come quello dell’avvicendarsi della natura, in modo successivo, causale, dall’ieri al domani, dimenticando che è solo la nostra mente a produrlo. Inoltre tutto questo è coagulato dalla ”memoria”, poiché senza memoria, non vi è tempo. Che sia S.Agostino o il noto fisico Schrödinger,(“il presente è la sola cosa che non ha mai fine”) o Alan Watts, noi non siamo mai coscienti di un vero ‘’passato’,’ siamo solo coscienti di un quadro mnemonico del passato e la memoria stessa esiste solo nel presente. Lo stesso dicasi per il futuro, che è solo un’aspettativa legata anche alla memoria… anch’essa presente ora. Si verifica anche che tutto questo è prodotto dal timore e dal bisogno di evitare la morte. Nessuno ha mai trovato l’inizio del tempo e quindi l’origine dell’universo. Arriviamo quindi alla conclusione che in questo momento sei la pagina che legge …se stessa! L’osservatore è l’osservato. Si arriva quindi alla conclusione che se cerchi te stesso troverai il Sé universale sempre presente. Ecco perché si suol dire l’Inconcepibile e l’irraggiungibile, ecc. poiché non puoi concepire o raggiungere QUELLO che GIÀ SEI! NON SIAMO MAI STAI INTRAPPOLATI IN UN CORPO Né NEI CONCETTI.