Cos’è il mondo? Cos’è la vita? si chiede un bambino tra i cinque e i sette anni.
Ne sente parlare, sono “nomi”, ma in fondo lui sa bene come stanno le cose.
La natura, un giardino fiorito, un mare in burrasca… gli uccelli e le farfalle che volano verso il cielo? Si, una meraviglia, ma non si sente veramente separato.
Provo a interrogare l’adulto, che cosa si ricorda di quegli anni?
Ricorda il giardiniere che lo confortava, che in effetti non c’era vera separazione, ma c’era un DIO che governava tutto. Allora per il bambino c’è la conferma e la convinzione che ‘’C’è solo Dio! se no che…Dio sarebbe?’’ Ecco la gioia inesprimibile, ma anche la costatazione che lui, come ‘’essere separato’’ non poteva sussistere.
Uccelli, pipistrelli (ahi! che paura la sera!), ma anche bisce, api e farfalle, tutto LUI e… anch’io – diceva. Che meraviglia! I pesci del laghetto sembrano saltare di gioia fuori dall’ acqua! –
Poi cresce, sente le notizie del cosiddetto ’’mondo’’ che parla di guerre e di morti violente, il suo sguardo si offusca e fa di nuovo la domanda a un insegnante: –
-Ma allora, le guerre, gli assassini, che cosa sono? Non sono ‘’buoni’’, mi dicono che sono “cattivi” come m’insegnate? Sono diversi quindi.
-Certo, ma solo se li separiamo. Se Dio, come lo senti dentro, è Amore, contiene tutto. – Se è tuo destino scomparire, può essere una valanga, un incidente, un fulmine: sono forse ’’cattivi’’?? Una guerra lo è, ma …che differenza c’è?
Il ragazzo:- Ma… nell’uomo c’è l’intenzione, la volontà, ecco la diversità! –
A questo punto anche il maestro si grattava un po’ la testa… e lui dovette trovare in seguito la risposta, ossia come mi riferì:
-No. Sembra così, che ci sia libero arbitrio, ma tutto è già lì dalla nascita: nessuna decisione ‘’propria’’ nessuna volontà, tranne quella creduta tale. Il nostro cervello crea l’ambiente con le memorie assimilate anche inconsce, senza l’aiuto di un ipotetico IO, ma può solo vedere-verificare in modo sequenziale, nello spazio-tempo, e quindi ciò che era contenuto in un puntolino, si dirama nell’apparente spazio-tempo-mondo-vita. –
A proposito di fulmine, egli mi ricordò un avvenimento sempre della sua infanzia. Era estate e faceva molto caldo. Dormiva quando un forte temporale lo svegliò: aveva le finestre aperte ai due lati della stanza per fare …aria, corrente. E che successe? Un fulmine trovò la strada per passare davanti al suo letto e sparire…oltre! La mattina presto poi, al seguito del temporale, eccolo fare la… doccia in giardino sotto una pioggia torrenziale! Che godimento! Lampi tuoni? Uno spasso.
Purtroppo in questo paradiso senza limiti e tempo, vi fu un crollo inaspettato!
-Cos’era successo? -gli chiedo. – Con riluttanza, mi spiegò che furono episodi che man mano crearono una barriera invisibile, ma dolorosa, tra lui e… il mondo che diventò sempre di più… ’’là fuori’’.
Da questo stato di tranquilla atemporalità e unità, poco alla volta, avvennero costanti timori e rimproveri, castighi per sbadataggini – dovuti anche alla preparazione ai sacramenti ecclesiastici, alla dottrina in Chiesa, alle lezioni di religione a scuola. Da allora, il senso quasi costante, di colpevolezza e di non essere ‘’come tutti gli altri’’(cosa che non sospettava nemmeno!). Si ricordò anche di un compito in classe, voluto dal prete-insegnante, durante il quale tutti copiavano allegramente dal testo, mentre lui, contento, finalmente gli fu possibile rispondere come davvero sentiva e vedeva. Quale fu la sua delusione quando tutti ebbero bei voti, mentre lui ‘’appena sufficiente’’ e con lo sguardo acido del prete che diceva: – Questo non era nel vostro testo, non ti ho dato un voto più brutto, ma lo meritavi! –
Le assidue, obbligate confessioni, quasi settimanali, che lo portarono, malgrado le domande serie, a farsi ammonire di avere avuto un dubbio su certi dogmi. Quello che interessava il confessore, era se aveva commesso ’’atti impuri’’ .
-Che cosa sono? – rispondeva con vera innocenza di pre-adolescente.
Inutile riparlarne!
Purtroppo il Dio onnipresente e pieno di amore che era tutto e ovunque si contrasse, prendendo le sembianze di un orco maligno, con un occhio solo, nascosto tra le nuvole, sempre pronto a punire, se non si agiva o meglio si pensava, come prescritto da regole serie. Credeva quindi ogni tanto di vedere un occhio che lo seguiva costantemente e si nascondeva perfino sotto una coperta!
Tutto questo per dimostrare che il ‘’paradiso’’ cominciava ad incrinarsi anche per lui. Il diavolo tanto indicato dai suoi confessori, era infine riuscito a completare la sua opera e il castigo era alle porte. Crescendo, si rivolse poi a vari ‘’maestri’’ o guru, ma la spiritualità si dimostrò ancora peggiore, se presa come stampella, che si poteva eventualmente lanciare contro chi osava… trasgredire. Si era daccapo. Ma CHI era il vero colpevole? Dopo anni e anni riuscì a vederci chiaro: -l’IO, l’ego, il burattino che si trasformava a seconda dei vicoli intrapresi, si era formato appunto, per via di quel cemento d’indottrinamento (cambiava solo vestito, ma non la sostanza) così efficace e costante che si era impossessato della vera ricerca interiore, tramutandola in spiritualità ’’egotistica’’, ossia creando un magnifico … EGO spirituale!!
La non-dualità, con cui si sciacquano la bocca tanti neofiti o anche adulti attratti dall’esoterismo, più che dalla vera sostanza di una ricerca seria interiore, non è un intelletto “spirituale”, vestito luccicante di un ego nascosto, ma lo svuotarsi totale di qualunque concetto appreso, di mettere a nudo ogni reazione dovuta sempre a memorie non digerite, compensazioni emotive per ritornare a che cosa? La propria unica vera immutabile natura, quella che ogni bambino sente e vive naturalmente, ma senza accorgersene poi, ne viene allontanato e privato, lasciandolo in costanti lotte e sofferenze enormi.
In seguito, vi fu poi in lui una “scintilla”, devastante, ma efficace che lo riportò a quella certezza infinita e innominabile. Poi vi furono altre scintille che alimentarono un fuoco…davvero purificatore.
Vi fu l’aiuto anche di rimedi naturali che aiutarono a trasformare molti condizionamenti: senza proiezioni, senza sensi di colpa, e soprattutto il suo sprofondare spontaneo nel dolore vissuto – senza nominarlo, senza etichette anche casuali, ma solo entrando nella sensazione nota e dolorosa, una sensazione ‘’pura’’, anonima.
Cos’era dunque? La riunione degli opposti era avvenuta, non concettualmente, ma nel vivo!
Per molti, anche una sola di quelle ‘’scintille’’ era purtroppo come un suicidio mentale (appunto!) che destava angosce infinite, poiché si era certi che si entrava quindi nel…VUOTO!? ahi! ma se si toglieva definitivamente il cappuccio anche di quel concetto ultimo e di un resto di ‘IO’, ecco il vero miracolo.
L’impedimento spesso era ed è il senso di ‘’dover arrivare ‘’ a qualcosa di speciale, divino o simile. Niente di tutto questo. Siamo già QUELLO, l’Inconcepibile. Basta solo eliminare il falso, concetti, pregiudizi, legati solo a memorie incastrate nel sistema neuronale. Ci vuole certo costanza per rimanere nel ’’NON-SO-CHE-NON-SO”. Siamo dunque approdati allo ‘’zero’’, il cerchio che si chiude, ma contiene tutto, il ‘sifr’ arabo che accoglie tutte le ‘’cifre’’, ovvero il punto che descrive una circonferenza e la congiunge, ma…immaginario e che non è mai esistito – come commenta Uppalari Krishnamurti, o U.G.
Ecco dunque la vera “maya”, la misura immaginaria da cui nascono tutte le illusioni, il miraggio dell’esistenza.
Si ritorna … a casa finalmente, senza sapere nulla: sani, malati, poveri o ricchi, intelligenti e ignoranti! È indefinibile, ma è anche in Tutto quanto ci circonda e oltre.
L’ Indescrivibile che siamo sempre stati e sempre saremo.