di Isabella di Soragna
Se si guarda la foto e si vede la linea dell’orizzonte che ci sembra a 5 km di distanza, si realizza spostandosi, che non è così. Infatti, c’è sempre ovunque un orizzonte ben definito, ma ci sfugge sempre, come l’occhio che cerca di vedersi o il sentire di esistere, di cui non si afferra mai la provenienza. Un po’ come le onde sul mare…
Si potrebbe anche riflettere su un altro punto: nel vortice degli uragani tropicali più ci si avvicina al centro e più tutto si calma fino ad arrivare allo zero. Il cosiddetto “occhio del ciclone”. Se in una tempesta dell’oceano si tocca l’abisso marino, dove sono finite le onde? Tutto si riunisce in un unico punto silenzioso e immobile.
IL MARE E LE ONDE
Ci sono le onde che si muovono sulla superfice del mare, ognuna diversa, ognuna si crede distinta e dimentica che non solo fa parte del mare… ma è essa stessa DA SEMPRE il mare: tutte le onde sono solo lei stessa. Se l’onda potesse esprimersi, direbbe che vede il mare e potrebbe credere di esserne distinta. Se qualcuno le dicesse: ”Non vedi che sei il mare, anche se sembri avere una forma definita e ti muovi come se fossi distinta dalle altre?” Sarebbe imbarazzata!
In realtà se osserviamo quella distesa d’acqua, è chiaro che NON c’è mai stata un’onda separata dal mare e che scoprendosi come mare unico non può più “saperlo”. Se lo sa, significa che è ancora un ”qualcosa’’ al di fuori, separato da esso. Lo stesso dicasi per la coscienza in cui sembrano apparire montagne, case, alberi, animali, esseri ben distinti uno dall’altro. La coscienza invece è unica, come l’aria a cui attingono apparentemente corpi diversi. Questo è quello che ci hanno fatto credere o meglio siamo noi ad aver creato originali pupazzi che ce lo hanno inculcato e a cui abbiamo incollato un’identità fasulla.