di Isabella di Soragna
In alcuni giochi di carte si usa il “joker” che assume i ruoli di varie figure. Il suo valore è ZERO e appunto per questo può adattarsi a qualunque immagine. Un po’ come un attore molto versatile che è chiamato di volta in volta a recitare in ruoli dissimili, ma proprio per questo è ricercato, tuttavia mai si dimentica della propria vera identità.
Nel gioco dei tarocchi la carta iniziale è lo zero e l’immagine è il “matto” raffigurato come un povero viandante con la bisaccia sulla spalla, inseguito da un cane che gli morde un polpaccio, ossia tenta di coinvolgerlo nel mondo esterno. Quel mondo non ha più presa su di lui ed egli guarda altrove, incurante di camminare sull’orlo di un precipizio. La maschera della pazzia fa sì che si nasconde al mondo, la follia è dunque saggezza. Infatti, alla corte degli antichi sovrani, il folle, il buffone, poteva esprimere tutte le verità.
Anche senza conoscere il significato nei dettagli, l’impressione di quella carta è di un essere che non si cura né del passato che tenta di farlo restare, addentandolo come mostra l’atteggiamento del cane, né del futuro che è rappresentato dal vuoto in cui sta per cadere. Egli non sembra possedere alcuna identità propria.